Vita di Preghiera: “Perché fare orazione?” (n°9)

Perché scegliere la preghiera contemplativa, che può essere disseminata di insidie, di povertà, di notti spirituali e ci richiede tempo ed energia? Altre forme di preghiera possono apparirci più semplici, più accessibili, più metodiche e adatte al nostro ritmo attuale. Ciononostante la preghiera contemplativa è al centro della nostra chiamata alle Beatitudini e, dato che ogni chiamata comporta la grazia corrispondente, vi intravediamo una promessa da parte del Signore per noi, una promessa da accogliere umilmente, come poveri.

Se guardiamo da vicino, questa chiamata a «una relazione intima d’amicizia nella quale ci si intrattiene spesso da soli con questo Dio di cui sappiamo che ci ama» (Teresa d’Avila), Dio la evoca spesso nella sua Parola e Gesù non smette d’invitarvi i suoi amici: «Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà» (Mt 6, 6). Gesù vi invita anche noi, in un certo senso ce lo chiede, Lui che ce ne ha mostrato l’importanza con la sua testimonianza diretta.

… perché Dio me lo chiede

Se Dio me lo chiede, perché non dargli fiducia? Non è forse il mio Creatore, che mi ha modellato ed è l’unico che sa ciò di cui ho maggiormente bisogno affinché si compia pienamente in me la sua opera creatrice e santificatrice? «Dio, infatti, volendo «elevare gli uomini alla partecipazione della sua vita divina», mette in noi il desiderio di vederLo faccia a faccia, affinché, in questa visione, le nostre anime siano consumate da Colui che è come un fuoco divorante, e aspirino sempre di più all’unione con lo Sposo. «Quando trovai l’amore dell’anima mia, lo strinsi forte e non lo lascerò» (Libro di Vita, n° 57). Se me lo chiede è perché sa, come una madre, ciò che corrisponde meglio al mio massimo bisogno vitale: «È Lui che ci fa desiderare e che soddisfa i nostri desideri», dirà Teresa. Si… In fondo è una questione di bruciatura, di desiderio, di amore, di unione, di sete.

… perché ho sete di Lui

In una terra molto spesso secca e bruciata dal sole, in un deserto arido e silenzioso non vi è nulla di più doloroso dell’esperienza fisica della sete. Il popolo della prima alleanza l’ha vissuto molto spesso e ha capito che essa riflette l’immagine del bisogno più profondo dell’anima umana: la sete di Dio. «L’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il volto di Dio?» (Sal 42,3) Molti salmi ce ne parlano, evidenziando questo bisogno profondo insito nell’anima di ognuno di noi, che siamo fatti a immagine di Dio, ma che portiamo questo dono in vasi d’argilla molto screpolati … «O Dio, tu sei il mio Dio, all’aurora ti cerco, di te ha sete l’anima mia, a te anela la mia carne, come terra deserta, arida, senz’acqua.» (Sal 63, 2) Ma Gesù lo sa, conosce il cuore dell’uomo, ha visitato l’abisso profondo delle sue aridità ed è venuto ad indicarci la fonte: «Chi ha sete venga a me e beva.» (Gv 7, 37)

La sete spinge a camminare, a cercare un pozzo, una sorgente o pregare per la pioggia. E nella Bibbia il pozzo è quel luogo dove si intrecciano storie d’amore. Da un punto di vista spirituale questo cammino suscitato dalla sete incita la nostra volontà a entrare nel combattimento spirituale, a cercare come fa la sposa del Cantico «Colui che il suo cuore ama», e a trovare il pozzo più profondo di sé per incontrarvi l’amato, gioire della sua bellezza e riposarsi alla sua ombra. «Noi crediamo che la vita di orazione ci permette di entrare nella beatitudine di vedere Dio, e a poco a poco di assomigliargli.» (Libro di Vita, n° 60)

Ma di fatto, non è soltanto la mia anima che ha sete di Dio, anche Lui ha sete di me…

… perché Dio ha sete di me

Sì, Dio ha sete dell’amore di ogni uomo e in Gesù ce lo confessa, mostrandosi in questa debolezza disarmante nella quale il nostro ragionamento umano perde la bussola: stanco, non aveva forse domandato dell’acqua alla Samaritana, facendo riferimento a una sete profonda? E sulla croce, al colmo della sua opera d’amore, mormora come un’ultima parola all’umanità: «Ho sete.»

Per questo la preghiera contemplativa diventa attesa reciproca, silenzio condiviso, dialogo d’amore: «Così l’orazione, puro dialogo di amore, occupa un posto essenziale nella nostra vita, perché essa è la via maestra che conduce alla conoscenza di Colui che è tutto Amore.» (Libro di Vita, n° 57)

Se Dio è amore e l’amore è dono, Egli può soltanto donarsi e per donarsi ha bisogno di essere ricevuto, accolto: «Fatti capacità e io mi farò torrente», disse Gesù a Santa Caterina da Siena. Questa è la sua sete: una sete del cuore dell’uomo, luogo della sua dimora, del libero assenso della sua volontà, della terra povera e umile della sua umanità affinché venga ad abitarla, purificarla, trasformarla e irrigarla della sua grazia. La preghiera contemplativa diventa quindi questo luogo dove il desiderio dell’uomo e quello di Dio si congiungono per un dono reciproco.

Ma questo legame creato nello Spirito Santo non è chiuso su se stesso. Se rinfresca l’anima e la disseta, l’acqua riversata nel cuore di chi fa orazione, attraverso notti e aurore, monti e valli (cfr. San Giovanni della Croce) è anche chiamata a diventare a sua volta fontana, sorgente, straripamento: «chi beve dell’acqua che io gli darò, non avrà mai più sete, anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna.» (Gv 4, 14)

… e perché il mondo ha sete di Dio

Con Teresa d’Avila comprendiamo che l’orazione è anche un atto missionario, perché non si conclude nell’esperienza personale di un’intimità divina, ma fra di noi degli apostoli che danno ciò che ricevono, come attraverso uno straripamento del nostro calice. Siamo chiamati incessantemente ad allargare lo spazio delle nostre tende per abbracciare il mondo «che muore di sete di fianco a un pozzo». Se è vero che «chi guarda Dio risplenderà», allora ciò che si vive nel segreto della nostra «stanza interiore» risplenderà sicuramente e misteriosamente nel cuore della Comunità, della Chiesa e del mondo. Il fuoco, la luce, l’acqua viva e l’amore che lo Spirito Santo diffonde nel cuore di un’anima che prega inevitabilmente bruciano, brillano, irrigano e riscaldano.

Attraverso la semplicità sconcertante di questo dialogo d’amicizia il mondo stesso è in un certo senso sollevato verso Dio.

 

La citazione

«Gloria a Colui che non ha mai bisogno di essere ringraziato, ma che ha bisogno di coccolarci, che ha sete di amarci e che ci chiede di donarci a Lui per donarci ancora di più.»  Sant’Efrem

 

Per approfondire

Soltanto per oggi

  • Qual è l’aspetto di quest’articolo che mi coinvolge maggiormente?
  • In che termini si manifesta in me, oggi, la motivazione di fare orazione?

Libri

  • Conversation avec Dieu, père Étienne de Sainte Marie, Édi-tions du Carmel.
  • Seigneur, apprends-nous à prier, père André Louf, Éditions Foyer Notre-Dame.

 

Il “Libro di Vita” è il testo fondante della spiritualità della Comunità. Puoi scaricarlo in francese qui o ordinarlo da Editions des Béatitudes. Il testo in italiano sarà disponibile prossimamente.

 

Testimonianza

All’inizio della mia vita comunitaria per lungo tempo ho fatto orazione per andare incontro a Gesù, per ricevere ed accogliere in me la sua Presenza, la sua Parola, la sua consolazione e la sua pace. Ci sono stati giorni in cui la preghiera era fonte di grandi grazie e altri in cui era arida. Sapevo tuttavia che era importante e che portava frutti nell’invisibile. A un certo momento ho capito che non si tratta soltanto di me, ma che una relazione si vive in due e che se vado ad incontrare Gesù non è soltanto per il mio bene, ma anche per Lui, perché mi ama e mi attende…                                                                                                                                                                                                                                                                                Joumana

Oraison

Ces articles sur la vie d'oraison sont extraits du bulletin mensuel "Il est là !" publié à l'usage des membres de la Communauté des Béatitudes et de leurs amis. Il est rédigé par un collectif de laïcs, prêtres, frères et sœurs consacrés, membres de la Communauté, avec le désir de stimuler la vie de prière, essentielle à la vocation aux Béatitudes comme à toute vie chrétienne authentique... C'est pourquoi nous sommes heureux de vous partager ces contenus simples.

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