Vita di Preghiera: “Le notti spirituali” (n°31)

La vita di San Giovanni della Croce è caratterizzata da una vocazione religiosa di tipo contemplativo e da un desiderio radicale di entrare in una profonda comunione con Dio e attraverso di Lui con le persone e le cose. Ha scelto una scorciatoia per giungere alla luce divina dell’unione perfetta con Dio; una via costellata dai «nulla», dalle «notti» da attraversare per giungere alla gioia dell’unione.

La povertà spirituale è al centro della sua spiritualità. Nella notte avviene il passaggio dall’uomo vecchio all’uomo nuovo mediante uno spogliamento progressivo e completo per far posto unicamente a Dio: non si tratta di un vuoto fine a se stesso, ma in vista di una pienezza. Dato che l’anima non riesce a purificarsi interamente da sola, interviene lo Spirito Santo a fare il lavoro, ma chiaramente soltanto con il consenso dell’anima stessa.

Da qui i diversi tipi di notte:

a seconda della loro forma: notte attiva (ciò che la persona fa di propria iniziativa con la grazia divina); notte passiva (lavoro dello Spirito Santo; l’anima patisce e deve acconsentire).

A seconda della loro profondità: notte dei sensi (la persona presente nel mondo con le sue forze sensibili); notte dello spirito (lo spirito rappresenta la libertà dell’uomo nella sua relazione con Dio).

La notte dei sensi

All’inizio del cammino l’anima è combattuta, trascinata in varie direzioni da ciò che San Giovanni chiama gli appetiti, che la tormentano, la offuscano e la separano da Dio. È quindi necessario un primo lavoro di riforma: entrare in uno stato di quiete e mettere ordine, così da assoggettare la sensibilità allo spirito. È la notte attiva dei sensi: dire «no», acconsentire ai «nulla» per amore di Dio. A tal fine è necessario essere presenti a Dio e a se stessi, decentrarsi da se stessi per trovare il vero centro, che è Dio.

Ma è necessario che Dio intervenga direttamente mediante la notte passiva dei sensi. «L’anima consiste in uno sguardo pieno d’amore per Dio, senza cercare di sentire o di volere qualcos’altro. Così, dunque, Dio le si comunica passivamente, proprio come la luce si comunica a chi ha gli occhi aperti» (II MC 15,2).

Quando trova l’anima pronta, Dio interviene comunicandosi più profondamente e lasciando l’essere sensibile svezzato e disorientato. La meditazione diventa più o meno impossibile. Nonostante il disgusto generalizzato e una dolorosa preoccupazione di Dio e di non servirlo, l’anima vi si oppone con forza e coraggio. Se rimane nel silenzio ed esercita la pazienza, essa percepisce la comunicazione divina, conoscenza generale, amorosa e oscura che la colmerà d’amore per camminare verso la contemplazione.

Ma gli appetiti così profondamente radicati nel nostro spirito consentono soltanto una purificazione superficiale, per cui sono necessarie le notti dello spirito.

La notte dello spirito

Occorre entrare nella notte attiva dello spirito senza aspettare la fine della notte dei sensi. Ma soltanto la notte passiva dello spirito, ossia la fiamma dello Spirito che brucia nella notte, potrà portare a termine la nostra purificazione.

Giovanni della Croce insiste sull’importanza delle virtù della fede, della speranza e della carità che ci consentono di vivere una vita teologale, una vita in relazione con Dio-Trinità. Queste virtù determinano il nostro modo di vivere, così da renderlo conforme alle esigenze dell’unione divina. Esse oscurano e vanificano le nostre potenze spirituali per lasciare tutto il posto a Dio. Le virtù purificano, liberano e svuotano sia la nostra capacità di comprensione, sia la nostra memoria come pure la nostra volontà di ciò che non è Dio, così da diventare luogo perfetto per accogliere la comunicazione divina.

In effetti queste diverse notti hanno tagliato i rami senza strappare le radici: da qui l’importanza della notte passiva dello spirito. «In essa Dio segretamente ammaestra I’ anima nella perfezione dell’amore, senza che ella faccia alcunché né intenda come sia questa contemplazione. La sapienza amorosa di Dio è quella che produce meravigliosi effetti nell’anima, poiché, purgandola e illuminandola, la dispone all’unione di amore con Dio» (II NO 5,1). È un’influenza di Dio sull’anima che raggiunge la radice dello spirito. Questa notte è chiamata contemplazione infusa o teologia mistica: queste espressioni mettono in evidenza l’aspetto ricevuto e segreto di questa influenza. Si tratta della sospensione di ogni sforzo per raggiungere una povertà radicale.

Ma è Dio che immobilizza le potenze mediante la comunicazione di se stesso. Opera nell’anima una contemplazione oscura, pura e luminosa. Non le lascia alcuna disponibilità per un’altra occupazione. L’anima scopre le proprie miserie grazie alla forza della luce divina. Ma è per espellerle e annientarle che Dio gliele mostra. Notte orribile ma anche notte felice, notte di morte e di risurrezione. Morte dell’uomo vecchio, nascita dell’uomo nuovo, entrata nell’infanzia spirituale che è vita di filiazione divina. È una notte unicamente di luce e di amore che permette all’anima di gustare le realtà celesti e terrene con una generale libertà di spirito, mentre la conduce.

All’uscita della notte

Memoria, capacità di comprensione e volontà hanno subito la purificazione e il passaggio grazie a una povertà radicale. A questo punto l’anima esce dalla notte, perfettamente rivestita del triplice abito di Cristo: fede, speranza e amore.

«O notte che mi hai guidata! O notte più amabile dell’aurora! O notte che hai unito l’Amato alla sua amata, l’amata trasformata nel suo Amato» (NO, 5).

Attraverso queste diverse notti l’anima partecipa di Dio, della sua vita trinitaria. Nella passione della notte l’anima non soffre soltanto per la propria purificazione, ma entra ancora di più nella partecipazione alla Croce di Cristo per la salvezza del mondo.

Ormai la sposa è pronta e il Padre realizza la propria promessa di venire in essa con il Figlio e lo Spirito e di prendere dimora in essa. Allora l’anima, come una sposa, invita lo Sposo: «andiamo a specchiarci nella tua bellezza… Poiché la tua bellezza sarà la mia bellezza e così nella tua bellezza apparirò un altro te stesso» (CSA 36; CSB 36,5) fino al giorno in cui arriva il momento e l’anima canta:

«Svelami la tua presenza, che la visione della tua bellezza mi uccide» (CSB 11).

La citazione

«In questa felice notte stavo nel segreto, nessuno mi vedeva e non percepivo altro che mi guidasse se non la luce che bruciava nel mio cuore.» San Giovanni della Croce

 

Per approfondire

Soltanto per oggi

  • In quale aspetto del mio cammino potrei oggi venire illuminato dall’esperienza di Giovanni della Croce?
  • La mia volontà è libera per poter amare? Quali sono gli ostacoli che l’affliggono e ne ostacolano il cammino verso Dio?

Libri

  • Scientia Crucis, Edith Stein, OCD
  • L’ impatto di Dio. Risonanze in Giovanni della Croce, Iain Matthew, OCD

    E naturalmente gli scritti dello stesso San Giovanni della Croce…

 

Il “Libro di Vita” è il testo fondante della spiritualità della Comunità. Puoi scaricarlo in francese qui oppure ordinarlo da Editions des Béatitudes. Il testo in italiano sarà disponibile prossimamente.

 

Condivisione dell’autrice, suor Josette Barouki del Carmelo San Giuseppe, in Libano

L’Insegnamento di San Giovanni della Croce mi è giunto in quanto donna, carmelitana e orientale. Ha destato «il mistico» nascosto in ogni essere umano e ravvivato il desiderio di seguire radicalmente Cristo. Non si tratta in alcun modo di copiare il cammino di Giovanni della Croce o di provare a imitarlo ad ogni pié sospinto. Ognuno è chiamato a seguire il proprio cammino, avendo come unico fondamento Cristo che è il Cammino per eccellenza. È la chiamata a impegnarci e a perseverare in questa via con grande determinazione che si traduce anche in flessibilità, pazienza e forza sotto l’azione dello Spirito Santo; una chiamata a vivere più che mai la nudità spirituale per ritrovare l’Altro e attraverso di Lui gli altri.

Oraison

Ces articles sur la vie d'oraison sont extraits du bulletin mensuel "Il est là !" publié à l'usage des membres de la Communauté des Béatitudes et de leurs amis. Il est rédigé par un collectif de laïcs, prêtres, frères et sœurs consacrés, membres de la Communauté, avec le désir de stimuler la vie de prière, essentielle à la vocation aux Béatitudes comme à toute vie chrétienne authentique... C'est pourquoi nous sommes heureux de vous partager ces contenus simples.

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