La Comunità delle Beatitudini, una famiglia ecclesiale di vita consacrata

Il giorno 8 dicembre 2020, durante la Messa della Solennità dell’Immacolata Concezione, nella casa comunitaria di Blagnac, Mons. Robert Le Gall, Arcivescovo di Tolosa, ha pubblicato ufficialmente il decreto di riconoscimento della Comunità delle Beatitudini che è stata eretta come “Famiglia ecclesiale di vita consacrata” di diritto diocesano dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata (CIVCSVA).

Questa nuova tappa, preparata da più di dieci anni di cammino, è molto importante per la Comunità ma anche per la Chiesa. E’ la prima volta infatti che, alla richiesta del Dicastero romano per la vita consacrata, un istituto di vita consacrata è eretto sotto questa formula.

 

Una Famiglia ecclesiale di vita consacrata: di che cosa si tratta? 

Cominciamo col ricordare ciò che è la vita consacrata oggi… 

La vita consacrata riguarda tutte quelle persone che si impegnano  nel celibato a motivo di Cristo e del Vangelo. Tradizionalmente assume le seguenti forme:

  • la vita religiosa (apostolica, monastica e missionaria)
  • gli Istituti secolari,
  • gli eremiti.

Nella vita religiosa apostolica, monastica e missionaria, si tratta, come per ogni battezzato, di seguire il Cristo vivendo il Vangelo, ma in comunità con altri uomini o altre donne che non si sono scelti (vita comunitaria non mista), per sempre (voti definitivi “pubblici“) e secondo il carisma del fondatore o della fondatrice. Esistono numerosi istituti religiosi (congregazioni, ordini, monasteri, ecc.).

Gli istituti secolari sono degli istituti di vita consacrata riconosciuti dalla Chiesa cattolica a partire del 1947.

In Francia, una trentina di istituti secolari riunisce membri che “vivono nel mondo”, mantengono la loro professione e hanno per missione di essere presenti nel mondo, come il sale o il lievito, per farvi crescere lo spirito del Vangelo.

Oltre a queste forme di vita consacrata ci sono le Società di Vita Apostolica (vedi canone 731) e l’Ordine delle Vergini consacrate (vedi canone 604).

Le Società di Vita Apostolica (VAS) sono costituiti da sacerdoti, fratelli o sorelle che possono vivere in comunità e fare delle promesse o dei voti. Queste società si definiscono innanzitutto dal loro impegno apostolico, dalla loro missione e non dallo stile di vita: è la loro caratteristica essenziale.

Famiglia ecclesiale di vita consacrata 

Questo nuovo tipo di Istituto di vita consacrata è stato elaborato dalla Santa Sede in risposta all’aspirazione di alcune  comunità nuove  pluri-vocazionali, di integrare in esse un’autentica forma di vita consacrata. Ora, il diritto canonico non permetteva di accogliere la vita consacrata così come era vissuta in alcune di queste comunità. Queste, infatti, presentavano due novità essenziali: la presenza mista di consacrati, uomini e donne, la diversità degli stati di vita: laici, coppie, single, consacrati.

Nell’anno 2000 , alla richiesta di Papa Giovanni Paolo II, il Dicastero per la Vita Consacrata ha concepito lo schema di una «Famiglia ecclesiale di vita consacrata»: si tratta di un Istituto di vita consacrata che unisce in una stessa struttura canonica dipendente dalla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata e Società di Vita Apostolica (CIVCSVA), membri consacrati, chierici e laici. Questa nuova figura di famiglia ecclesiale non è ancora stata fissata nel Diritto Canonico  della Chiesa, ma il Dicastero ne accompagna il vissuto.

La Comunità delle Beatitudini: dal Dicastero per i laici alla Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata 

La Comunità è stata fondata nel 1973 da delle coppie che si sentivano chiamate a vivere insieme mettendo tutto in comune, all’immagine delle prime comunità cristiane. Ben presto alcuni celibi li raggiungeranno per condividere una vita comunitaria radicale contrassegnata da una preghiera molto intensa. Assai rapidamente matureranno anche, all’interno di questa comunità nascente, delle vocazioni alla vita consacrata, e poi anche al sacerdozio.

Fin dal 1985, Mons. Robert Coffy, Arcivescovo di Albi, erigerà la Comunità in Associazione privata di fedeli di diritto diocesano. Questa conoscerà una crescita rapida e sostenuta con numerose fondazioni in tutto il mondo. Nel 2002, il Pontificio Consiglio per i Laici riconoscerà la Comunità come Associazione privata di fedeli di diritto pontificio, ad experimentum per 5 anni.

Al termine di questo periodo, il presidente del Pontificio Consiglio per i Laici inviterà la Comunità ad una profonda riflessione sulla sua identità e la sua struttura canonica. In effetti egli desidera aiutare i differenti stati di vita che condividono il carisma della Comunità, a viverlo in tutta la sua pienezza, tenendo conto e rispettando la specificità di ogni stato di vita.

In sintesi, la domanda che ci si poneva era questa: la Comunità che conta al suo interno tutti gli stati di vita (coppie, celibi laici, fratelli e sorelle consacrati, sacerdoti, ecc…) è una realtà “laica” o “consacrata”?

Così avrà inizio un lungo processo di discernimento in dialogo con la Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, che avrà termine nel 2009 con la decisione di orientare la Comunità sulla strada di una ristrutturazione come “Famiglia ecclesiale di vita consacrata “.

I nuovi statuti saranno approvati nel mese di giugno 2011. La Comunità sarà eretta da Mons. Le Gall, Arcivescovo di Tolosa, in “Associazione pubblica di fedeli di diritto diocesano” in vista di diventare “Famiglia ecclesiale di vita consacrata”.

Se i principi fondatori della Comunità delle Beatitudini restano molto presenti, i nuovi Statuti della Comunità hanno fatto evolvere numerose modalità pratiche. Ormai la Comunità è composta da tre rami: consacrati (tra i quali anche sacerdoti), consacrate e laici associati (sposati o celibi, includendo i diaconi permanenti). Ogni ramo organizza la sua Assemblea generale particolare ed elegge i suoi responsabili, mentre l’Assemblea Generale comune elegge il Presidente di tutta la Comunità, garante della sua unità.

Per saperne di più sul governo della Comunità, leggere qui… e sull’ultima assemblea generale, qui. 

Il riconoscimento diocesano 

Attento all’evoluzione della Comunità e dopo un lungo processo di discernimento ecclesiale, il prefetto della Congregazione per la Vita Consacrata, il Cardinale Braz De Aviz ha dato, il 12 novembre 2020, a Mons. Le Gall, Arcivescovo di Tolosa, la facoltà di erigere la Comunità delle Beatitudini a Famiglia ecclesiale di vita consacrata, di diritto diocesano. Questa tappa di riconoscimento diocesano è il normale presupposto per il futuro riconoscimento pontificio.

Concretamente, questo riconoscimento non cambia il vissuto della Comunità che da dieci anni vive secondo i principi di una Famiglia ecclesiale. Tuttavia, qualcosa di non trascurabile cambia:  i voti (di castità, povertà ed ubbidienza) dei fratelli e delle sorelle consacrati sono ormai dei voti pubblici ricevuti dalla Chiesa. Questo perché la Famiglia ecclesiale si inserisce nel quadro degli Istituti di vita consacrata.

Intervenendo dopo circa dieci anni con l’approvazione dei nuovi statuti, questo riconoscimento è il frutto di un lungo cammino che la Comunità ha percorso attraverso gioie e dolori verso una più grande maturità ecclesiale. Dopo aver riconosciuto pienamente i propri errori del passato, la Comunità oggi è nell’azione di grazie per l’amore e la fedeltà di Dio. Più che mai, desidera continuare a partecipare alla missione della Chiesa ed alla nuova evangelizzazione, là dove  si trova, in tutto il mondo.

Sœur Laetitia du Cœur de Jésus

Entrée à la Communauté des Béatitudes en 1998, sœur Laetitia est actuellement à la maison générale, à Blagnac, au service du secrétariat général et de la communication de la grande Communauté.

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