«Ognuno prenderà almeno una giornata di deserto al mese.» (SG 36) Che senso ha prendersi una giornata di solitudine e silenzio nel contesto di una vita fatta di relazioni e di incontri?
Dio, che conduce il suo popolo nel deserto, invita anche noi: «la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.» (Os 2,16) E Gesù dice ai suoi discepoli: «Tu invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.» (Mt 6,6) E la piccola Teresa afferma: «agli amanti serve la solitudine.» Ogni relazione ha bisogno di momenti d’intimità durante i quali rimanere esclusivamente con la persona amata. Ciò che vale fra sposi e fra amici, vale anche nella nostra relazione con il Signore: esserci innanzitutto gratuitamente per Lui, ascoltare ciò che dice al nostro cuore nel silenzio, approfondire la nostra preghiera soltanto sotto il Suo sguardo.
Come?
Per entrare nella solitudine occorre abbandonare le relazioni visibili, le conversazioni, il lavoro abituale, i computer e i cellulari – sempreché le opere di carità lo permettano – per dire a Dio: «sono qui soltanto per Te.»
Il silenzio di questo giorno di deserto non è innanzitutto un’assenza di parole, ma piuttosto uno spazio più ampio riservato all’ascolto della Parola di Dio e alla preghiera. Come ascoltare Dio che parla al nostro cuore? Ognuno vi sarà adeguatamente guidato dallo Spirito Santo.
Occorre innanzitutto rinunciare al nostro ritmo di vita abituale, a volte frenetico. Immergersi nella natura e prendersi un tempo di quiete può aiutare a ritrovare la presenza di Dio in noi. Possiamo cercare ciò che unifica la persona e ci mette in comunione con l’Ospite interiore: ciascuno ha la propria via preferenziale. Dio ci parla nella nostra camera o in mezzo alla natura, grazie alla lettura meditata di un testo delle Scritture, mediante la recita del Rosario, nella preghiera di Gesù, nell’adorazione, nella contemplazione di un’icona ecc. Anche un lavoro manuale può aiutarci. Il modo più adeguato di stare alla presenza di Dio (modalità che evolverà comunque nel corso della nostra vita spirituale) durante questo giorno di deserto si svela progressivamente.
Quando il giorno di deserto si fa difficile, qualche punto di riferimento può venirci in aiuto.
Se il nostro luogo di deserto è la camera, sarebbe opportuno prepararla alla vigilia per consentire anche al nostro cuore di prepararsi, riordinando ad esempio ciò che è in disordine per evitare la tentazione di continuare un lavoro incompiuto, o liberando un tavolo per disporvi la Bibbia aperta ecc.
Se è vero che spesso si ha bisogno di riposo, sarebbe tuttavia un peccato occupare buona parte della mattinata a letto: è senz’altro meglio alzarsi presto per riservare uno spazio sufficiente all’ascolto della Parola di Dio, prevedendo, se del caso, una breve siesta a inizio pomeriggio…
Nel deserto è bene privilegiare l’ascolto della Parola di Dio. L’ufficio delle letture e un tempo prolungato di lectio divina ci possono aiutare: leggere lentamente diverse volte la Parola, pronunciarla, ascoltarla attentamente, memorizzarne qualche passaggio, lasciar scaturire da essa la nostra preghiera e lasciarci condurre al silenzio e all’adorazione.
La Parola ricevuta può in seguito accompagnarci quando siamo in cappella, durante il pasto, durante una passeggiata o un lavoro manuale; può già nutrire questa giornata, pacificare e unificare il nostro cuore. Si può anche prevedere un tempo di lavoro sulla Parola di Dio, approfondendo un termine o un tema, ad esempio con l’aiuto delle note di una Bibbia.
Se necessario ci può aiutare anche un’altra lettura, facendo attenzione a evitare la dispersione e la moltiplica-zione delle letture: potrebbe essere una tentazione. Non è tanto la quantità che nutre, ma la grazia insita in un passo o una frase meditata a lungo.
Ognuno trova col tempo ciò che gli è più congeniale per stare serenamente con il Signore.
Difficoltà
Il silenzio e la solitudine esteriori non bastano per far entrare il nostro cuore in un silenzio interiore. Dal momento che si interrompono le normali attività, ciò che è stato vissuto in precedenza riaffiora: difficoltà del passato, preoccupazioni, angosce per l’avvenire ecc. Si risvegliano sentimenti negativi rimasti nascosti quando eravamo pienamente attivi…
Torniamo incessantemente e serenamente dal Signore, senza analizzare in continuazione tutto ciò che riaffiora. Brevi invocazioni ci possono aiutare. Il deserto è per antonomasia il luogo delle tentazioni e del combattimento spirituale: non dobbiamo quindi stupircene! Se qualcosa continua a presentarsi con ostinazione, parliamone durante l’accompagnamento o la confessione.
Possiamo anche far fatica ad abbandonare l’usuale pressione o un’attività che avremmo voluto concludere; la via che conduce al nostro cuore ci è occultata e la noia ci invade… Accogliamo serenamente queste purificazioni, ricordandoci che questo giorno è innanzitutto riservato a Dio. Non abbiamo nulla di più prezioso da offrirgli che il nostro tempo ed Egli si servirà di tutto per condurci a Lui.
Frutti
Questa giornata ci consente innanzitutto di riscoprire l’essenziale: è per Dio, per il suo amore che abbiamo fatto la nostra scelta di vita. Grazie alla solitudine e al silenzio rimettiamo in evidenza questa scelta fondamentale.
Possiamo guardare con maggiore distacco le preoccupazioni quotidiane, e anche se l’indomani non saranno ancora sparite, le guarderemo con una ritrovata pace e a volte sotto una luce nuova. Se la nostra attività o l’uso di Internet occupano troppo spazio nelle nostre giornate, possono essere rimessi al loro giusto posto, se accettiamo di rinunciarvi per Dio durante un certo tempo.
L’atteggiamento d’ascolto e una preghiera prolungata rinnovano la nostra vita interiore e quindi anche la nostra attività esteriore. «Le renderò le sue vigne» (Os 2,17), quindi vino e gioia! Non è per spogliarci inutilmente che Dio ci invita ad abbandonare le nostre abitudini, ma con la promessa di portare frutto (cfr. Os 2,23).
A fine giornata possiamo annotare qualche frutto in un quaderno: qual è stata la Parola di Dio che ha segnato questa giornata? Che cosa mi ha fatto capire il Signore su di Lui e su di me? E noi Gli esprimeremo la nostra gratitudine, qualsiasi cosa abbiamo vissuto.
La citazione
«Chi ama intrattenersi con Cristo, ama stare solo.» Sant’Isacco il Siro
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Preghiera di Guillaume de saint Thierry
«Signore, Tu mi hai sedotto e condotto alla solitudine.
Adesso la mia anima desidera occuparsi soltanto di Te, o desiderio del mio cuore!
Per la tua misericordia ti supplico di imporre pace e silenzio attorno e dentro di me.
Per consolare la mia solitudine dammi un cuore innamorato del silenzio e di conversazioni frequenti con Te.
Fintanto che Tu sarai con me, io non sarò da solo.
Guidami fin nelle profondità del deserto, là dove l’anima santa è interamente immersa nel fuoco dello Spirito Santo e s’infiamma come un serafino ardente.
Nascondimi nel segreto del tuo volto!»