Introduzione
«Ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi», ci dice Gesù (Lc 17, 21) e san Paolo: «Noi siamo infatti il tempio del Dio vivente» (2 Cor 6, 16).
Dio dimora in noi e ci invita a dimorare in Lui. La nostra interiorità è quel luogo del cuore, quel «centro dell’anima» in cui Egli è presente, ma è anche la nostra capacità di abitare in quel luogo e a ritornarci rapidamente.
Santa Elisabetta della Trinità, che abbiamo ricevuto come santa per quest’anno, sarà fra gli altri nostra guida in questo numero. Ella scrive: «Ah, come vorrei dire a tutte le anime quali sorgenti di forza, di pace e anche di felicità troverebbero se acconsentissero a vivere in questa intimità» (Lettera 302).
Dio dimora in noi
Gesù ci dice: «Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.» (Gv 14, 23). San Giovanni della Croce si stupisce di questa presenza: «È grande conforto per l’anima sapere che Dio non le viene mai meno, anche se essa è in peccato mortale; quanto meno Egli abbandonerà quella che è in grazia!
Che vuoi di più, o anima, e perché cerchi ancora fuori di te, dal momento che hai dentro di te le tue ricchezze, i, tuoi diletti,
la tua soddisfazione, la tua abbondanza e il tuo regno, cioè l’Amato, che tu desideri e brami? Gioisci e rallegrati pure con Lui nel tuo raccoglimento interiore, poiché lo hai così vicino!» (Cantico Spirituale B 1, 6-8)
«Nel piccolo cielo che Egli si è fatto nel centro della nostra anima dobbiamo cercarlo e qui, soprattutto, dobbiamo dimorare» (Il Cielo nella fede, n. 32), afferma Elisabetta.
«Pacifica l’anima mia, rendila tuo cielo, tua amata dimora, luogo del tuo riposo. Che, in essa, non ti lasci mai solo, ma tutta io vi sia, ben desta nella mia fede, immersa nell’adorazione, pienamente abbandonata alla tua azione creatrice.» (Note intime 15)
Ma per rimanere in questo «cielo», ascoltiamo innanzitutto Gesù che, come a Zaccheo (cfr. Lc 19, 1-8), ci dice: «scendi subito!»
«Scendi subito!»
«Come a Zaccheo, il Maestro ha detto a me: “Affrettati a scendere, perché voglio alloggiare in casa tua”» (Il Cielo nella fede, n°7)
«Bisogna che io alloggi in casa tua!». È il Maestro che m’esprime questo desiderio, il mio Maestro che vuole abitare in me col Padre e col suo Spirito d’amore perché, come si esprime il discepolo prediletto, io abbia «società» con Essi.» (Ultimo ritiro, n. 43)
Ma cosa succede una volta che Zaccheo, sceso dal sicomoro, ha accolto Gesù nella sua casa? Immediatamente, il capo dei pubblicani è liberato dall’attaccamento alle sue ricchezze e reso capace di un magnifico gesto di condivisione nei confronti dei poveri! Quale sforzo di conversione avrebbe ottenuto un simile risultato così rapidamente e nella gioia? L’evangelista non ci dice se Gesù gli abbia chiesto di condividere i propri beni, ma soltanto di poter rimanere, oggi, da lui!
Da questa discesa nel nostro cuore profondo dove Dio abita anche noi possiamo sperare nelle conversioni umanamente più disperate.
«L’uomo non si purifica dall’esterno, ma dal di dentro. Non tanto mediante uno sforzo morale, ma piuttosto scoprendo al suo interno una Presenza e lasciandole libertà di movimento», dice padre Jacques Philippe.
Dimoriamo in Dio
Elisabetta scrive: «“Rimanete in me”. È il Verbo di Dio che ci da questo comando, che esprime questa volontà. «Rimanete con me», non per qualche minuto, per qualche ora che passa, ma rimanete in modo permanente, abituale. Rimanete in me, pregate in me, adorate in me, amate in me, soffrite in me, lavorate, agite in me.» (Il Cielo nella fede, n. 9).
Cercando di abitare il nostro cuore dove Dio è presente, tendiamo verso la sorgente stessa della vita, che ha il potere di rinnovare ogni cosa. Ciò significa avere le radici in essa, riceverne forza, luce, consiglio e grazia per la nostra vita interiore ed esteriore. Agiremo così sempre di più a partire da essa e non più dalle nostre reazioni epidermiche e dalle nostre ferite.
Oltre al tempo consacrato unicamente alla preghiera, ecco alcuni atteggiamenti che ci aiuteranno ad andare in questa direzione:
– abituarci a tornare spesso e rapidamente verso il nostro cuore dove Dio è presente;
– privilegiare un atteggiamento di ascolto;
– rinunciare quando occorre alle nostre idee e alla nostra volontà propria;
– cercare di vivere il distacco in generale;
– amare il silenzio e il raccoglimento, benché anche al di fuori del silenzio esteriore e nel fuoco dell’azione la nostra interiorità esiste e noi possiamo vivere a partire da quest’ultima.
Maria, nostro modello
Contempliamo Maria che, vivendo alla presenza di Dio, «custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore».
Scrive Elisabetta: «La condotta della Vergine nei mesi che passarono tra l’Annunciazione e la Natività mi pare debba essere di modello alle anime interiori, a quelle anime che Dio ha elette a vivere raccolte «nel loro intimo », nel fondo dell’abisso senza fondo. Con quanta pace, in quale raccoglimento Maria agiva e si prestava ad ogni cosa! Anche le azioni più ordinarie erano da lei divinizzate perché, in tutto ciò che faceva, la Vergine restava pur sempre l’adoratrice del dono di Dio; né questo le impediva di donarsi attivamente anche nella vita esteriore, quando c’era da esercitare la carità: il Vangelo ci dice che «Maria percorse con grande sollecitudine le montagne della Giudea, per recarsi dalla cugina Elisabetta». La visione ineffabile che contemplava dentro di sé non diminuì mai la sua carità esteriore.» (Il Cielo nella fede, n. 40)
Da questa interiorità di Maria è scaturita la lode potente del Magnificat; così come Elisabetta ha percepito nella sua interiorità che sarebbe stata per sempre «Lode di Gloria della Santa Trinità». Che loro ci aiutino ad abitare e ad approfondire la nostra!
La citazione
«Entrate nell’intimo dell’anima vostra: sempre ve Lo troverete, impaziente di farvi del bene.» Santa Elisabetta della Trinità
Per approfondireSoltanto per oggiNel corso della mia giornata individuo brevi momenti in cui posso rimettermi alla Presenza di Dio in me: mentre accendo il computer, mentre aspetto il bus o sono in coda alla cassa di un negozio o ancora mentre mi muovo per casa… Invocando il Nome di Gesù o mediante un’altra invocazione che mi è familiare “scendo” nel mio cuore. Libri
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Il “Libro di Vita” è il testo fondante della spiritualità della Comunità. Puoi scaricarlo in francese qui oppure ordinarlo da Editions des Béatitudes. Il testo in italiano sarà disponibile prossimamente.
«Egli è lì», ci ribadisce Elisabetta della Trinità …
«Non lasciamolo solo in questo santuario che è la nostra anima, ricordatevi sempre che Egli è lì e che vuole essere amato.» (Lettera 149)
«Occorre che ti costruisca come me una piccola cella all’interno della tua anima; penserai che il Buon Dio è lì e tu ci entrerai di tanto in tanto…» (Lettera 123)