Parola di Dio e vita contemplativa
Ricordiamo quanto la lettura della Parola di Dio e la vita contemplativa si alimentino vicendevolmente. Sia la Parola di Dio sia l’orazione favoriscono una vita di unione a Dio, un incontro intimo con Cristo. «Ignorare le Scritture significa ignorare Cristo» ci dice San Gerolamo citato nella Dei Verbum del Concilio Vaticano II, che precisa: «Il santo Concilio esorta con ardore e insistenza tutti i fedeli ad apprendere «la sublime scienza di Gesù Cristo» (Fil 3,8) con la frequente lettura delle divine Scritture». La Parola di Dio sollecita quindi a conoscere, amare e seguire Cristo e ci illumina su questo cammino: «Lampada per i miei passi è la tua parola, luce sul mio cammino» (Sal 119, 105). Una «luce», ma anche una «rugiada»! Sottolineiamo in effetti quanto un versetto, e in generale la lectio divina, possano aiutarci molto in caso di aridità nella nostra vita e nella nostra orazione.
Superstizione o rivelazione?
Numerosi santi hanno scoperto la volontà di Dio su di loro aprendo la Bibbia e imbattendosi «per caso» in un versetto. San Francesco d’Assisi per tre volte aprì il Vangelo imbattendosi ogni volta su uno dei passaggi in cui Gesù chiama i suoi discepoli a lasciare tutto e a seguirlo. Nei suoi scritti Santa Teresa di Lisieux racconta come volesse vivere tutte le vocazioni! Trova tuttavia la risposta aprendo un quaderno nel quale erano ricopiati alcuni passaggi del Nuovo Testamento (cfr. 1 Cor 12 e 13: diversità delle vocazioni e primato dell’amore): capisce che se la Chiesa ha diverse membra, essa ha anche un cuore. Teresina ha quindi trovato il suo posto: «nel cuore della Chiesa mia Madre, io sarò l’amore» (Ms B, 2v-3v). E che cosa dire di questo semplice versetto sentito in una chiesa da Sant’Antonio, che determinò la sua chiamata al deserto? «Va’, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo» (Mt 19, 21). È dunque una realtà. Non si tratta di essere a favore o contro questa pratica: fa parte della tradizione spirituale.
Prudenza e discernimento
Molti cristiani potrebbero testimoniare il ruolo fondamentale di una Parola del Signore in un momento preciso della loro vita, una parola ricevuta come una risposta o una chiamata, chiesta aprendo la Bibbia o trovata senza essere sollecitata — ciò che forse è ancora più sicuro! Rileviamo l’importanza di una certa prudenza e misura in questo ambito. «Vi è un pericolo spirituale e psicologico se si fa di questa pratica una procedura sistematica e più o meno magica. Personalità fragili possono cercarvi una sicurezza che li deresponsabilizza — come se il nostro futuro fosse prestabilito, come se non dovessimo più assumerci i rischi della libertà e l’uso dell’intelligenza» (padre Alain Bandelier). Aprire la Bibbia non è come giocare al lotto, ma si inserisce in una coerenza di vita impregnata del desiderio di seguire Cristo! È un atto di fede. È mettersi in preghiera, ascoltando umilmente lo Spirito. È anche abbandonarsi al Signore nell’atteggiamento fiducioso del discepolo che si lascia istruire, del figlio che vuole obbedire … Non è un atto isolato e non va assolutizzato: una sola parola non risolve tutto. Evitiamo una lettura troppo letterale, totalizzante o fideista. Il discepolo appartiene a un corpo, la Chiesa, e si sforza di obbedire al suo accompagnatore spirituale, ai suoi superiori (se è un religioso), al Magistero, agli eventi, alla parola o ai consigli altrui, a eventuali segni interiori come può essere una pace profonda … Questa pratica si inserisce in una convergenza di segni.
Essere amore e lasciarsi istruire
Questa pratica di «chiedere» una parola della Bibbia implica una certa dimestichezza con la Parola, come nel caso di Santa Teresina. La Scrittura va frequentata quoti-dianamente per esserne impregnati. Questo implica una vita di preghiera e di amore «nella Chiesa»: «Essere amore nel cuore della Chiesa». Non vi è contraddizione! È voler essere amore nella propria vita di famiglia, nel proprio lavoro ecc.
L’ascolto carismatico non rappresenta una parentesi vissuta in una serata di preghiera o in un’altra occasione, ma è un ascolto dello Spirito Santo in ogni momento ed è l’atteggiamento di chi si «lascia sempre istruire» (Santa Elisabetta della Trinità) per seguire e imitare Cristo. La Parola va ruminata e la si riceve sia aprendo la Bibbia «a caso», sia pescando fra i «pani» della Parola, sia in un ascolto «carismatico» (docilità allo Spirito) della «Parola del giorno» proposta dalla liturgia che lasciamo riecheggiare nel nostro cuore durante la giornata. Vi è un legame intrinseco e reciproco fra lettura carismatica, lectio divina, liturgia, orazione e adorazione del Santissimo Sacramento. Occorre nutrirsi alle due Tavole della Parola e della Presenza Eucaristica.
Il Modello Unico
Lasciamo infine la parola a San Charles de Foucauld, vero discepolo di Cristo e suo ambasciatore! «Il Modello Unico» è una raccolta di frasi del Vangelo che fra’ Charles ha ricopiato con il desiderio di cercare il Modello e imitarlo: «Amiamo il nostro diletto che ci parla… Alla stregua della sposa che sente la voce dello Sposo, accogliamo con amore nel profondo dei nostri cuori ogni parola dei Santi Libri» (Commento di Mt). Scrive ancora: «Tutti sanno che l’amore ha come primo effetto l’imitazione» (Regolamento). E anche: «Quando leggiamo il Santo Vangelo, siamo realmente ai piedi di Dio che ci parla proprio di se stesso, facendosi conoscere e raccontandoci mille dettagli su di Sé: è proprio Lui che ci parla, dato che le Sacre Scritture sono suggerite agli autori sacri dallo Spirito Santo» (Commento di Mt). Aveva lo stesso rapporto sia con la Parola di Dio sia con la Santa Eucarestia e il Santissimo Sacramento nel quale vedeva Gesù presente a pochi metri di distanza da lui (o in lui). Nel suo Regola-mento consigliava di vivere tutto ciò alla luce di un esame di coscienza regolare e all’ascolto di un direttore spirituale per essere sicuri di seguire veramente Cristo, «Il Modello Unico».
Di fronte a qualsiasi situazione chiediamoci quindi che cosa avrebbe fatto Cristo al nostro posto, lui che «è andato dappertutto facendo del bene» (Atti 10, 38). Era ciò che desiderava ardentemente fratel Charles: «Vorrei essere abbastanza buono perché si dica: se il servitore è così, chissà come sarà il Maestro!» (1909, all’abate Huvelin). La lettura carismatica della Parola di Dio ne è uno strumento.
La citazione
«La lettura fiduciosa con un cuore semplice non dispensa da una lettura studiosa con l’intelligenza, ma è vero il contrario»
Padre Bandelier
Per approfondireSoltanto per oggiMettersi comodi (angolo di preghiera, davanti a un’icona o a un crocifisso). Fare il segno della Croce e invocare lo Spirito Santo affinché il cuore si apra alla Parola di Dio rivolta a me oggi, nell’atteggiamento di Samuele: «Parla Signore, perché il tuo servo ti ascolta!» (1Sam 3, 9) Aprire la Bibbia o estrarre un «pane» della Parola oppure prendere la Parola del giorno. Leggerla e rileggerla. Accoglierla… Ringraziare Dio e chiedergli la grazia di una buona interpretazione di ciò che vuole per me nonché la grazia di viverlo. Letture– Dei Verbum, chapitre IV, n°25. – Histoire d’une âme (Ms B, 2v-3v), Thérèse de Lisieux. – Le Modèle Unique, Charles de Foucauld, Ed. Résiac. – Règlements et Directoires, Charles de Foucauld, Ed. Nouvelle Cité – Commentaire de saint Matthieu, Charles de Foucauld, Ed. Nouvelle Cité. |
Possiamo ricevere diversi tipi di parole
– parole di consolazione: fiducia, abbandono, speranza, incoraggiamento, tenerezza, misericordia ecc.
– parole di esortazione: conversione, decisione, combattimento, chiamata, invito a una missione ecc.
– parole di sapienza: luce, illuminazione, discernimento, conferma ecc.
– parole di guarigione, di pace, di ricostruzione, di forza, di ripristino ecc.
Ogni profezia è una parola forte che «edifica e pianta» (Ger 1, 10)
Il “Libro di Vita” è il testo fondante della spiritualità della Comunità. Puoi scaricarlo qui in italiano . La versione francese qui oppure puoi ordinarlo in francese da Editions des Béatitudes.