Vita di Preghiera: “L’amicizia spirituale” (n°49)

oraison-amitié-spirituelle

L’amicizia spirituale

L’importante ruolo che l’amicizia ha rivestito nella vita di molti santi è stata fonte di enorme fecondità per la Chiesa. Si pensi fra gli altri a San Francesco e Santa Chiara, a Santa Teresa d’Ávila e San Giovanni della Croce, a San Francesco di Sales e Santa Giovanna de Chantal. Cristo stesso ebbe amici e ci offre la sua amicizia: «Non vi chiamo più servi, ma amici» (Gv 15,15). Questo ci permette di percepire la grandezza e la bellezza dell’amicizia.

Teresa d’Ávila afferma: «Per quanto mi riguarda, se oggi non sono all’inferno, lo devo, oltre a Dio, ad amici fedeli». La Santa si riferisce a persone che l’hanno amata secondo Dio e non secondo il mondo.

Nel presente numero parleremo proprio di questo tipo di amicizia: amicizie vissute in Dio nel soffio del suo Spirito, vale a dire amicizie spirituali, anche se nella vita quotidiana ci capita probabilmente di definire «amicizie» relazioni che non raggiungono una tale profondità.

Definizione

Padre Jean-Marie Gueullette la definisce come un «reciproco riconoscimento». Questa definizione è ragionevole dato che «il riconoscimento implica sia la gratitudine che l’attestazione d’identità». Dal canto suo Aelred de Rievaux insiste fortemente sull’importanza di non definire troppo in fretta una relazione come un’amicizia. Egli sostiene che occorra prendersi il tempo per mettere l’amico alla prova (e senza dubbio anche il proprio cuore!), poiché l’amicizia è un impegno per la vita: «se è vera, l’amicizia dura per sempre; se invece cessa magari proprio quando la si pensava presente, l’amicizia non era autentica». Questa reciprocità si attua in particolare nell’ambito della confidenza. Un amico è colui con il quale posso confidarmi senza temere alcun giudizio, ma è anche colui che troverà in me un ascolto e un’accoglienza di questo genere. Ciò implica un’enorme fiducia nella sua benevolenza, nella sua discrezione e nell’accuratezza del suo sguardo. Questo scambio va oltre le parole. In effetti «felici sono quegli amici che si amano abbastanza da saper tacere insieme» (Péguy). L’amico è colui che è presente. Da lui ci si aspetta una presenza più che l’azione.

Ogni amicizia è anche impregnata di riconoscenza. L’amico è un tale dono di Dio per noi e un riflesso del suo amore che diventa oggetto di una gratitudine senza parole. Questa gratitudine nasce anche dal fatto che in un’amicizia spirituale diventa palpabile la presenza di Dio e della sua azione. La gratitudine è quindi rivolta sia all’amico sia a Dio stesso. Essa significa anche che grazie all’amicizia ci è dato di conoscere il nostro amico e di essere da lui conosciuti a una profondità ricevuta da Dio. Questo ci rivela anche a noi stessi e ci permette di accedere meglio alla nostra vera identità.

Aelred de Rievaux fornisce questa bella definizione dell’amico: «Un amico è come un custode dell’amore o, secondo altri, un custode dell’anima stessa, poiché il mio amico deve essere il custode del nostro reciproco amore o più esattamente il custode della mia stessa anima, a tal punto da preservarne tutti i segreti con il suo infallibile silenzio, da curare e sopportare al meglio ciò che vedrà in essa di difettoso, da rallegrarsi con l’amico quando è nella gioia, da rattristarsi con lui quando soffre e da considerare come proprio tutto ciò che concerne l’amico. L’amicizia è quindi quella virtù che unisce le anime con un legame d’amore e di tenerezza che anche se molte, diventano una cosa sola.»

Un’amicizia spirituale può contribuire quindi fortemente alla crescita spirituale. Poter essere pienamente accolti e amati consente di guarire e di ritrovare la pace. La possibilità di abbandonarsi profondamente illumina il cuore e rischiara il cammino. Il sostegno dell’amico è fonte di forza e di coraggio. La gratitudine suscitata dal dono dell’amico moltiplica la generosità.

Teresa d’Ávila afferma: «Vi diranno forse che un’amicizia di questo genere non è necessaria e che Dio vi basta. Ma io vi dico che comunicare con i propri amici è un mezzo eccellente per arrivare a Dio: se ne ricava sempre il massimo, lo so per esperienza». La Santa parla evidente-mente di amicizie vissute in Dio, poiché ha d’altro canto sperimentato che quelle che non lo erano potevano causare turbamento e frenare forte-mente il cammino dell’anima verso Dio e quindi della sua unione con Lui.

Criteri

Si tratta quindi di un amore fondato in Dio, vissuto sotto il suo sguardo e in coerenza con Lui. L’amicizia è un cammino di cui Cristo è l’origine e deve essere sempre il centro e il fine. In essa si cerca il vero bene dell’altro e quindi la sua crescente santità in Dio. Ma da cosa si riconosce che un’amicizia viene da Dio ed è vissuta in Lui?

Ecco un primo criterio fornito da Giovanni della Croce: «quando l’amore per una creatura è esclusivamente un affetto spirituale fondato interamente su Dio, man mano che cresce, cresce anche l’amore di Dio nella nostra anima; in tal caso più il cuore si ricorda del prossimo e più si ricorda anche di Dio e lo desidera.»

Non bisogna quindi aver paura di amare un amico e di amarlo intensamente. Questo non ferisce affatto il Signore poiché questo amore proviene da Lui. Occorre sempre verificare però che questo amore ci spinga verso Dio e ci immerga in Lui e non il contrario. Un’amicizia deve sempre essere un trampolino e non uno schermo. Inoltre deve essere vissuta in un clima di profonda libertà interiore, che implica una capacità di rinuncia dettata dall’amore per Dio e per l’amico.

Il secondo criterio è altrettanto importante e riguarda ciò che si può definire il posto del terzo. Non soltanto del Terzo che è Dio ma anche del terzo che è il prossimo. Un’amicizia è adeguata quando è aperta agli altri e concede loro spazio, non chiudendosi su se stessa. Ovviamente gli amici hanno bisogno a volte di essere soli per poter dialogare e questi momenti sono preziosi per l’amicizia. Ma la loro relazione non deve diventare esclusiva. L’amicizia non impedisce mai la carità verso tutti, ma è al servizio della sua piena realizzazione.

Conclusione

L’amicizia non si dichiara. Essa è un dono e implica una reciprocità. Può essere desiderata, addirittura domandata, ma non è mai opera nostra. Se siamo gratificati da un dono di questo genere, occorre ringraziare e averne cura. Se ci manca e la desideriamo, domandiamola con fiducia.

La citazione

«Che cosa c’è di più prezioso che unire due anime l’una all’altra in questo modo per renderle una cosa sola, a tal punto da non dover temere l’ostentazione o il sospetto e potersi correggere l’un l’altro senza sentirsi offesi o esprimere un complimento senza temere l’adulazione?»

Aelred de Rievaux

Per approfondire

Soltanto per oggi

– Se sono gratificato da amicizie, ne ringrazio Dio e chiedo la grazia che siano sempre guidate dal Suo Spirito. Quali posti hanno Dio e il prossimo nelle mie amicizie?

– Se non ho amicizie gratificanti ma ne desidero, presento con fiducia questo mio desiderio al Signore.

Letture

– Je veux voir Dieu, père Marie-Eugène de l’Enfant-Jésus, deuxième partie, chapitre VII, « Les amitiés spirituelles ».

– L’amitié spirituelle, Aelred de Rievaux, Vie monastique n°30, Abbaye de Bellefontaine.

– L’amitié – une épiphanie, Jean-Marie Gueullette, Cerf.

– Revue Carmel n° 104, « Thérèse d’Avila, la sainte de l’amitié ».

Estratto, d’Aelred de Rievaux

«Egli è stato per me come una mano, un occhio, un bastone per la vecchiaia, un luogo di riposo per il mio spirito, un prezioso sollievo nei miei tormenti […] Quando ero sfinito per i lavori mi accoglieva nel grembo del suo amore; quando ero schiacciato dalla tristezza e dallo scoramento mi ridava forza con i suoi consigli. Quando ero agitato, mi ridava pace; quando ero irritato, mi calmava. Se succedeva qualcosa di spiacevole, mi rivolgevo a lui: uniti così l’uno all’altro sopportavamo facilmente ciò che non avrei potuto affrontare da solo. Ditemi, non è già una beatitudine amarsi e aiutarsi in questo modo, appoggiarsi alla dolce carità fraterna per volare verso le regioni scintillanti dell’amore divino e, attraverso la scala della carità, salire a volte verso l’abbraccio di Cristo, a volte scendere verso l’amore del prossimo per trovare un delizioso riposo?»

Il “Libro di Vita” è il testo fondante della spiritualità della Comunità. Puoi scaricarlo qui in italiano . La versione francese qui oppure puoi ordinarlo in francese da Editions des Béatitudes.

Oraison

Ces articles sur la vie d'oraison sont extraits du bulletin mensuel "Il est là !" publié à l'usage des membres de la Communauté des Béatitudes et de leurs amis. Il est rédigé par un collectif de laïcs, prêtres, frères et sœurs consacrés, membres de la Communauté, avec le désir de stimuler la vie de prière, essentielle à la vocation aux Béatitudes comme à toute vie chrétienne authentique... C'est pourquoi nous sommes heureux de vous partager ces contenus simples.

categorie

Etichette

ARTICOLI CHE POTREBBERO INTERESSARVI

Desidero ricevere le vostre newsletter (solo in francese)

    *È possibile annullare l’iscrizione in qualsiasi momento in fondo a ogni e-mail (leggere l’informativa sulla privacy).

    “Votre don sera reçu par la Fondation pour le Clergé, en faveur de la Communauté des Béatitudes et les données recueillies sur le formulaire de don serviront aux communications de la Communauté des Béatitudes et de la Fondation pour le Clergé.”