La Bibbia è il grande libro del dialogo fra Dio e l’uomo. Dio parla e chiede all’uomo di ascoltarlo, aspettando e suscitando anche la sua risposta. Desidera questo scambio così vitale per la sua creatura. La preghiera è quindi molto presente nelle Scritture, dalla prima parola di Adamo al suo Creatore dopo il peccato originale, fino all’invocazione ricolma di desiderio della Chiesa alla fine del libro dell’Apocalisse: «Vieni, Signore Gesù!»
Nei Salmi
Al centro della Bibbia troviamo questa raccolta di «lodi» che dopo aver alimentato per lungo tempo la preghiera di Israele – e continuando ad alimentarla – è diventata anche il canto della Chiesa attraverso i secoli. Nei salmi trova spazio tutta la molteplice varietà dei sentimenti umani come un canto di lode a Colui che conosce il cuore dell’uomo e ha ispirato gli autori sacri.
Attraverso i Salmi Dio stesso ci suggerisce le parole per dialogare quotidianamente con Lui. Grazie ai Salmi la nostra preghiera sconfina e ci fa uscire dalle nostre preoccupazioni personali per abbracciare l’universo intero. Con i Salmi esprimiamo il grido di angoscia dei nostri fratelli quando noi siamo nella gioia; e il loro giubilo quando siamo nella sofferenza.
Preghiera del pio ebreo attraverso i secoli, preghiera dello stesso Gesù, degli apostoli e dei primi cristiani, i Salmi ci introducono nell’espressione della grande famiglia fiduciosa dei credenti che sanno di poter dire e chiedere tutto a Dio.
Anche se costituiscono già l’ossatura della nostra preghiera liturgica, attingiamo comunque a questa ricchezza per la nostra preghiera personale: integriamoli, viviamo con loro, fondiamoci sulla fede solida che vi si esprime.
Preghiere di ogni genere…
Nella Bibbia trovano spazio il penti-mento, la domanda, l’intercessione, la lode, il ringraziamento e l’adorazione.
«Pietà di me, Signore, nella tua grande bontà!» esclama Davide dopo aver peccato, lasciandoci un’espressione sublime di pentimento (Sal 50). Questo pentimento per il peccato del loro popolo è presente anche nella preghiera di Daniele (Dn 9) e di Neemia (Ne 9), accompagnata dalla fiduciosa richiesta di un intervento divino.
Le domande rivolte al Dio di bontà sono frequenti nelle Scritture, come quella del re Salomone, che in sogno aveva già chiesto la grazia di un «cuore capace di ascoltare» e che prega a lungo il Signore per il Tempio di Gerusalemme appena costruito e per quelli che vi si recheranno (1Re 8,22-61).
Della preghiera di intercessione si è già parlato in una meditazione precedente. In questa ricordiamo semplicemente l’insistente intercessione di Abramo, le veementi suppliche della regina Ester e di Giuditta per la salvezza del loro popolo.
La lode sale spontaneamente a Dio, addirittura in piena persecuzione e in mezzo al fuoco… I tre compagni di Daniele, gettati nella fornace, invitano tutta la creazione a lodare con loro il Dio dei padri, il suo «Nome glorioso e santo». Non soltanto essi vengono preservati dal fuoco, ma un misterioso «quarto uomo dall’aspetto di un figlio degli dei» si unisce a loro. Pensiamo anche a Tobia e Sara (Tob 3), a Mardocheo (Est 4): prima che Gli vengano espresse le peggiori sofferenze, Dio è innanzitutto lodato per se stesso, per la sua grandezza e la sua giustizia.
Il ringraziamento risuona dopo una richiesta esaudita, una vittoria, una lunga attesa finalmente soddisfatta, come nel caso di Anna dopo la nascita di Samuele, o di Mosé, di Miriam e del popolo d’Israele dopo la traversata del Mar Rosso.
L’adorazione di fronte alla grandezza di Dio, espressa nell’inginocchiarsi e nel prostrarsi, è la preghiera di Mosé quando Dio gli si è manifestato «di schiena» e gli ha fatto conoscere il proprio nome di tenerezza e di pietà. Nell’Apocalisse vediamo i 24 vegliardi prostrarsi ripetutamente davanti al Trono di Dio e all’Agnello.
Alla fine del libro (Ap 22,3), «i suoi servi lo adoreranno», e così capiamo che la nostra attuale adorazione anticipa già ciò che vivremo nell’eternità.
Nel Vangelo
Ascoltiamo le preghiere semplici e impregnate di fede espresse da coloro che hanno avvicinato Gesù alla ricerca di salvezza.
Con il lebbroso diciamogli: «Se vuoi puoi purificarmi!», con la donna sirofenicia: «Signore, aiutami!», con Marta e Maria: «Signore, colui che ami è malato» e con l’inaudita fiducia del Buon Ladrone: «Gesù, ricordati di me nel tuo Regno». Nell’accogliere queste preghiere, Gesù trova una risposta unica per ciascuna, superando così spesso la speranza di chi chiede.
Meditando il grido di Bartimeo («Gesù, Figlio di Davide, abbi pietà di me!») e il sussurro del pubblicano («Mio Dio, abbi pietà di me peccatore!»), possiamo riconoscere tra l’altro la «preghiera di Gesù», così cara all’ortodossia.
Infine le espressioni più ricche della lode e della benedizione (il Magnificat di Maria, il Benedictus di Zaccaria, il Nunc dimittis di Simeone), riprese quotidianamente nella liturgia, sono parole evangeliche.
Preghiera di Gesù
Ascoltiamo soprattutto Gesù stesso che trascorre tutta la notte in preghiera con il Padre prima di scegliere gli apostoli, lodando ed esultando di gioia sotto l’azione dello Spirito Santo (Lc 10,21), affidandosi a Lui prima della Passione e fino alla Crocifissione: una maestà stupenda, una straordinaria relazione filiale, una pienezza che si esprime nella grande preghiera sacerdotale (Gv 17), qualche istante prima della prova del Getsemani!
Diciamogli: «Signore, insegnaci a pre-gare!», e accogliamo con gratitudine la sua risposta: il Padre nostro. In questa breve preghiera Gesù ha riassunto tutto ciò che possiamo chiedere al Padre per la sua gloria, per noi stessi e per il mondo intero. Nel corso dei secoli ha nutrito i credenti, i santi e gli autori spirituali. Pensiamo ad esempio al commento stupendo di Teresa d’Ávila nel Cammino di perfezione.
Pregate incessantemente
Dio accoglie sempre con amore le preghiere dei suoi figli. Chiediamo a Maria, il cui cuore è stato impastato da questa preghiera, di guidarci e di aiutarci ad attingervi affinché la nostra preghiera sia rinnovata e fortificata.
La citazione
«Implorare Dio con le sue stesse parole, significa rivolgergli una preghiera che Gli suona gradevole e filiale, ovvero far giungere alle sue orecchie la preghiera di Cristo.»
San Cipriano
Estratto di San Giovanni Cassiano (Conferenze, X, 11)
«Egli dunque, alimentato da un tale costante nutrimento [delle Scritture], comincerà a raccogliere in se stesso tutti i sentimenti contenuti nei Salmi e li riesprimerà in modo da enunciarli, non come composti dal profeta, ma quasi come prodotti da lui stesso al modo di una preghiera tutta propria, nata dalla profonda compunzione del cuore, e così egli crederà che i salmi siano stati creati in vista della sua persona, fino a convincersi che le loro sentenze non furono formulate in passato unicamente per mezzo del profeta e in vista del profeta, ma che esse vengano di volta in volta, ogni giorno, ricreate e realizzate in lui.»
Per approfondireSoltanto per oggi
Letture– Préface du psautier de la Communauté, Mgr Le Gall. – Trois mille ans de louange, Claire Patier, Ed. Le livre ouvert. |
Il “Libro di Vita” è il testo fondante della spiritualità della Comunità. Puoi scaricarlo qui in italiano . La versione francese qui oppure puoi ordinarlo in francese da Editions des Béatitudes.