Vita di Preghiera: “Il discernimento degli spiriti” (n°26)

Il discernimento degli spiriti è un tema importante ed assai ampio nella vita spirituale. In questa sede l’affrontiamo da un punto di vista ignaziano.

Una scoperta

Niente lasciava supporre che Ignigo sarebbe diventato «Sant’Ignazio». Gentiluomo e guerriero, intenzionato a sedurre una signora ben al di sopra del suo rango, militare, fa la guerra e, leader nato, riesce a convincere i combattenti a difesa della cittadella di Pamplona che è meglio morire combattendo che arrendersi. Durante l’assalto viene ferito da una palla di cannone che gli frantuma la gamba. Convalescente e obbligato a letto a casa di suo fratello, si fa portare tutti i libri presenti nell’abitazione: qualche romanzo cavalleresco, nonché la Legenda Aurea, l’Imitazione di Cristo, il Vangelo …

Per occupare il tempo legge e poi, stanco, chiude gli occhi e lascia che il suo spirito fantastichi. Immagina ad esempio di partecipare a imprese straordinarie del mondo cavalleresco; sogni che gli piacciono perché lusingano il suo ego anche se gli lasciano un senso di amarezza. Oppure si vede partecipe di imprese straordinarie della vita dei santi che gli lasciano una dolce sensazione di pace.

Da questa osservazione dei «movimenti degli spiriti» nasce la pedagogia dell’ascolto delle mozioni divine che inserirà in seguito negli Esercizi spirituali. Osserva in particolare:

– la consolazione, ossia l’influenza divina che lascia nell’anima un’impressione di gioia e di pace duratura. Questa consolazione impregna profondamente l’anima e produce il «gusto spirituale interiore»;

– la desolazione, vale a dire ciò che il nemico, il mondo o semplicemente l’agitazione del mio «io» depone nell’anima: un’impressione di amarezza e di turbamento.

Dall’osservazione di «questo meteo interiore», Ignazio desume alcune regole sul funzionamento del discernimento, presentate nei suoi Esercizi spirituali (n° 314 à 336).

Vivere e rileggere l’esperienza

Ignazio ci propone di individuare nella nostra preghiera e nella nostra vita i momenti di «consolazione» che sono la firma dello Spirito Santo. A tal fine abbiamo bisogno di esercitarci a uno sguardo attento su ciò che abbiamo vissuto. Infatti non ci è possibile vivere l’esperienza della preghiera, della missione, dell’impegno e procedere allo stesso tempo al discernimento. Ecco perché Ignazio ha sempre insistito con i suoi confratelli gesuiti affinché non tralascino mai la «rilettura» della loro vita (all’epoca si parlava di esame di coscienza).

Consolazione? Desolazione?

È anche per questa ragione che consiglia di scrivere sempre qualche parola dopo una preghiera, un’espe-rienza significativa, così da tenere traccia di ciò che è stato vissuto. Nel tempo è possibile evidenziare i momenti in cui l’anima era riscaldata dalla presenza di Dio e i momenti in cui Dio sembrava assente.

Secondo i termini usati dallo stesso Ignazio, la consolazione si caratterizza da un movimento interiore che ci fa amare Dio, da lacrime che ci fanno tornare a Lui, da tutto ciò che ci aumenta la fede, la speranza e l’amore e da tutto ciò che dà tranquillità e pace all’anima. Per quanto riguarda la desolazione, si tratta piuttosto di uno stato in cui l’anima è pigra e tiepida. È l’esperienza dell’oscurità, del turbamento ed è caratterizzata da un movimento egoista per cose di poco conto, da agitazione, da tentazioni e da un’assenza di fiducia e di amore.

Che cosa occorre fare?

Nella consolazione:

– pensa a restare umile e ricordati che in una frazione di secondo puoi cadere nella desolazione…

– Pensa a come desideri comportarti quando la desolazione ti invaderà.

Nella desolazione:

– ricordati dei momenti di consolazione e non dimenticare che Dio non permette che tu sia provato al di sopra delle tue forze, anche se non te ne rendi conto.

– Non prendere decisioni importanti, perché sarebbero ispirate da un clima di turbamento.

– Sii fedele alle decisioni che hai preso quando eri nella consolazione.

– Ravviva ulteriormente la tua vita spirituale, così da lottare contro l’oscurità del meteo interiore che vorrebbe invaderti.

Imparare a discernere

«Il nemico della natura umana», che sia la nostra «carne» oppure l’angelo di tenebra, si manifesta nelle molteplici tentazioni, idee, pensieri, disgusti, ma anche attraverso desideri che sembrano provenire da Dio, ma che subdolamente ci fanno deviare. Ignazio ne ha ben fatto l’esperienza nel corso del suo ritiro a Manrèse, nel momento in cui aveva iniziato a cambiare vita. Sulla scorta di questa esperienza negli Esercizi spirituali ha scritto che «l’angelo cattivo si trasforma in angelo di luce», consolando l’anima con l’intenzione di condurla in un secondo tempo a perdersi. Ognuno di noi potrebbe trovare nella propria vita esempi significativi di questa tentazione. Tutto inizia con un fortissimo zelo per Dio e termina nella desolazione, nel peccato, nella divisione…

Per contrastare quest’astuzia del nemico Ignazio propone un esame preciso dei pensieri: prima, durante e subito dopo la consolazione, con l’intento di individuare in quale momento il nemico ha influenzato la buona azione indirizzandola verso il male e l’egoismo.

Per esempio posso sentirmi consolato nel partecipare alla «preghiera dei fratelli» e ancora di più perché c’era una bella «grazia» e perché percepivo un senso di «potenza» interiore. Qualche giorno dopo posso percepire un senso di disgusto per la mia vita semplice di lavoro e di orazione, dicendomi in seguito che sono fatto per un’altra vita più intensa… In quale momento è entrata l’erbaccia dell’amarezza? È a questo punto che l’esame dei pensieri diventa assolutamente necessario.

In ultima analisi discernere è coltivare una sensibilità del cuore, da un lato, nei confronti dello spirito del Vangelo per aderirvi e, dall’altro, nei confronti dello spirito di perdizione per svelarne gli inganni. Non si tratta assolutamente di un esercizio intellettuale, ma di un esercizio capace di sviluppare un’attenzione raffinata verso ciò che ci attraversa per raccogliere ciò che viene da Dio e respingere ciò che rappresenta un ostacolo verso di Lui.

 

La citazione

«Non è il sapere molto che sazia e soddisfa l’anima, ma il sentire e gustare le cose internamente.» Sant’Ignazio

 

Per approfondire

Soltanto per oggi

  • Per una settimana intera a conclusione dell’adorazione (o dell’orazione) dedico del tempo per rileggere ciò che ho vissuto durante quel tempo di preghiera e cerco di evidenziare il tipo di «spirito» che mi ha visitato, le voci che hanno risuonato in me e ciò che hanno prodotto in me in termini di consolazione o di desolazione.
  • Posso estendere questa osservazione ad altri momenti della mia giornata: la lectio, i miei pensieri durante il tempo di lavoro, di un colloquio, di uno scambio fraterno ecc.

Libri

  • Esercizi spirituali, Sant Ignazio di Loyola
  • Mener sa vie selon l’Esprit, tomes 1 et 2, Jean Gouvernaire, s.j., Éditions Vie Chrétienne.

 

Il “Libro di Vita” è il testo fondante della spiritualità della Comunità. Puoi scaricarlo in francese qui oppure ordinarlo da Editions des Béatitudes. Il testo in italiano sarà disponibile prossimamente.

Oraison

Ces articles sur la vie d'oraison sont extraits du bulletin mensuel "Il est là !" publié à l'usage des membres de la Communauté des Béatitudes et de leurs amis. Il est rédigé par un collectif de laïcs, prêtres, frères et sœurs consacrés, membres de la Communauté, avec le désir de stimuler la vie de prière, essentielle à la vocation aux Béatitudes comme à toute vie chrétienne authentique... C'est pourquoi nous sommes heureux de vous partager ces contenus simples.

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