Vita di Preghiera: “Alla scuola da San Serafino” (n°53)

Alla scuola da San Serafino

San Serafino di Sarov (1759-1833) è il più popolare fra i santi russi ortodossi dell’epoca moderna. Quando lo contempliamo alla luce della Trasfigurazione e vediamo la sua serenità nelle prove, la sua gioia spirituale, la sua compassione universale, viene voglia di chiedergli, come i discepoli a Gesù: «Padre, insegnaci a pregare». È talmente evidente infatti che la sua preghiera consegue un’unione trasformante con Dio misericordioso che noi non siamo ancora in grado di vivere. Non ci ha lasciato grandi trattati sulla preghiera, obbligandoci quindi a cercare il suo «segreto» nel cammino spirituale e nell’ascolto dei suoi consigli dati ai confratelli di Sarov, ai laici, alle suore di Diveyevo o in occasione del colloquio con Motovilov.

Un eletto di Dio – una spiritualità della gratitudine

Agli esordi del cammino spirituale di San Serafino vi è la grazia di Dio. Cade infatti da un’impalcatura senza farsi alcun male. Un innamorato di Cristo che assiste alla scena dice a sua madre: «tuo figlio è un eletto di Dio». Qualche tempo dopo – a dieci anni – si ammala gravemente. La vergine Maria gli appare promettendogli la guarigione, che sopraggiunge qualche giorno più tardi al passaggio in processione di un’icona della Madre di Dio davanti a casa sua (si noti il parallelo con Santa Teresa di Lisieux un secolo più tardi). Da quel momento tutta la sua vita sarà un rendimento di grazie in un dono radicale di se stesso a Dio. È in questo gioioso slancio di gratitudine che a 19 anni entra nel monastero di Sarov per abbracciare la dura vita dei monaci di quella comunità nota per la sua austerità nella preghiera e nel lavoro.

Una spiritualità della Risurrezione

A causa dei suoi eccessi di zelo nell’ascesi il giovane monaco si ammala di nuovo gravemente. In seguito sarà più prudente: «Il corpo deve essere l’amico e il servo dell’anima nel cammino di perfezione. Quando il corpo è esausto infatti anche l’anima si indebolisce.» Quando i suoi confratelli sono in preghiera perché lo vedono in punto di morte, la Madre di Dio gli appare in compagnia dei santi apostoli Pietro e Giovanni a cui dice: «È dei nostri», prima di guarirlo. Perché Pietro e Giovanni? Sicuramente per sottolineare la spiritualità della Risurrezione che caratterizza San Serafino.

La gioia della Pasqua. Saluta i suoi visitatori con: «Gioia mia, Cristo è risorto.»

La pace della Pasqua. «Acquisisci uno spirito pacifico e migliaia intorno a te si salveranno.»

La luce della Pasqua. La luce della Trasfigurazione (cfr. «Colloquio con Motovilov»).

Il dono dello Spirito Santo. «Acquisire lo Spirito è dunque il vero fine della nostra vita cristiana».

Rileviamo che questa spiritualità della Risurrezione non esclude la passione e la croce, ma deriva da esse. È mostrando le sue piaghe ai discepoli che il Signore comunica loro il Pane e il dono dello Spirito Santo la sera di Pasqua (cfr. Gv 20, 19-23). La Vergine riappare molto tempo dopo a San Serafino in compagnia dei santi Pietro e Giovanni, dopo che alcuni briganti lo avevano ridotto in fin di vita riempiendolo di botte nei pressi del suo eremo. Lo guarisce ancora una volta, anche se i suoi capelli divennero improvvisamente bianchi e rimase piegato in due, potendo ormai camminare soltanto appoggiandosi al manico della sua ascia, ma con un viso di bambino splendente e luminoso. È la «dolorosa» gioia cara alla spiritualità orientale.

Una spiritualità abitata dalla Parola di Dio

Durante i numerosi anni di solitudine e di silenzio San Serafino leggeva ogni settimana tutto il Nuovo Testamento, non tanto per studiare la Parola, ma per impregnarsene e diventare progressivamente lui stesso Parola di Dio per coloro che sarebbero venuti in seguito a chiedere consigli e preghiere.

Il 2 gennaio 1833 i suoi confratelli, attirati da un odore di fumo, trovarono San Serafino addormentato nella morte in posizione orante davanti all’icona della Madre di Dio e davanti al suo evangeliario che si consumava dopo che la candela che teneva in mano vi era caduta sopra al momento della morte: morte consumata nella Parola davanti all’icona di colei che custodiva e meditava tutte queste parole nel suo cuore.

È attraverso tutto questo cammino vissuto in forma di ascesi (lavoro, silenzio, obbedienza) e in un intenso combattimento spirituale che San Serafino diventa progressivamente «tutto conforme a Cristo Risorto» e lo strumento della Sua compassione per tutti i visitatori, per le suore di Diveyevo e anche per la creazione che lo circonda (quando nutre dalle sue mani gli animali selvatici della foresta).

Alcuni consigli

Per mancanza di spazio non è possibile evocare tutti i consigli molto concreti che dà sulla vita di preghiera. Ricordiamone un paio.

La grazia dell’Eucarestia

Esortò sempre i fedeli a ricorrere spesso all’Eucarestia e raccomandò ai preti di darla loro volentieri poiché, diceva, «la grazia che essa ci dona è talmente grande che ogni uomo, fosse anche il più grande dei peccatori, è completamente purificato e rinnovato se si accosta al Signore con umiltà e contrizione per i suoi errori.» Alla base vi è la grazia di Dio che stimola alla santità chi si avvicina ad essa in verità.

Regola di preghiera

Quale regola di preghiera consiglia ai laici? Al mattino, a mezzogiorno e alla sera tre Padre Nostro, tre saluti angelici (l’equivalente della nostra Ave Maria) e il Credo, recitati possibilmente in piedi davanti alle icone. In seguito nel corso della mattinata e mentre si svolgono le proprie attività ripetere dolcemente: «Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore», e nel corso del pomeriggio: «Santa Madre di Dio, salvami, peccatore» oppure «Signore Gesù Cristo, per intercessione della tua Santa Madre, abbi pietà di me, peccatore.» Egli stesso aggiungeva ovviamente molti inni e preghiere della tradizione monastica ortodossa, nonché la meditazione della Parola di Dio.

 

La citazione

«Non preoccupatevi dei nostri diversi stati di monaco e di laico. Dio cerca innanzitutto un cuore colmo di fede in Lui e nel suo unico Figlio, in risposta alla quale invia dall’Alto la grazia dello Spirito Santo … Il cuore dell’uomo è in grado di contenere il Regno dei Cieli.»

San Serafino di Sarov

Per approfondire

Soltanto per oggi

Inizio il mio tempo di orazione ripetendo e meditando per qualche istante una frase di San Serafino: «Gioia mia, Cristo è risorto» o «Acquisisci uno spirito pacifico e migliaia intorno a te si salveranno» oppure «Acquisire lo Spirito è dunque il vero fine della nostra vita cristiana» ho ancora «Il cuore dell’uomo è in grado di contenere il Regno dei Cieli». In seguito lascio che lo Spirito Santo conduca la mia preghiera a partire da questa citazione.

– Più tardi posso cercare di riconoscere i frutti che questa parola ha prodotto durante la giornata.

Letture

– Le starets Séraphim de Sarov, Louis-Albert Lassus, Ed. OEIL.

– Séraphim de Sarov, Irina Gorainoff, Ed. Spiritualité orientale n°11.

– Le pèlerin russe, trois récits inédits, Ed. Bellefontaine.

– Récits d’un pèlerin russe, Ed. Bellefontaine.

In Cielo i nostri santi patroni parlano della loro esperienza dello Spirito (frate Joël)

San Serafino: «Lo Spirito Santo ci ricorda le parole di Cristo e lavora assieme a Lui, guidando i nostri passi solennemente e gioiosamente nella via della Pace» (cfr. colloquio con Motovilov).

Il Curato d’Ars: «Così come gli occhiali ingrandiscono gli oggetti, anche lo Spirito Santo mette a fuoco il male e il bene. Se domandassimo ai dannati: “Perché siete all’inferno?” Risponderebbero: “Per aver resistito allo Spirito Santo.” E se domandassimo ai santi: “Perché siete in Cielo?” Risponderebbero: “Per aver ascoltato lo Spirito Santo”» (Catechismo del Curato d’Ars).

San Giuseppe: «O povero me, lo Spirito Santo mi ha innanzitutto preso mia moglie!… (cfr. Mt 1, 18) poi me l’ha ridata perché sia ancora di più (meglio) la mia sposa (cfr. Mt 1, 20) e per il suo tramite mi ha dato e mi ha affidato Gesù mio Salvatore e mio Dio! (cfr. Mt 1, 21-23)»

Il “Libro di Vita” è il testo fondante della spiritualità della Comunità. Puoi scaricarlo qui in italiano . La versione francese qui oppure puoi ordinarlo in francese da Editions des Béatitudes.

Oraison

Ces articles sur la vie d'oraison sont extraits du bulletin mensuel "Il est là !" publié à l'usage des membres de la Communauté des Béatitudes et de leurs amis. Il est rédigé par un collectif de laïcs, prêtres, frères et sœurs consacrés, membres de la Communauté, avec le désir de stimuler la vie de prière, essentielle à la vocation aux Béatitudes comme à toute vie chrétienne authentique... C'est pourquoi nous sommes heureux de vous partager ces contenus simples.

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