Omaggio a Jorge – Comunità delle Beatitudini

“Noi dobbiamo vivere nella felicità dell’attesa

perché sappiamo cosa attendiamo!” 

Jorge

Jorge Pedro Schneider

Comunità delle Beatitudini

 

Una vita vissuta nella felicità dell’attesa del Regno

 Il  10 aprile 2024, il nostro fratello Jorge, membro del ramo laico del foyer di Noto, è andato in Cielo. Pochi giorni dopo avrebbe compiuto 91 anni. La sua è stata una vita lunga e bella. Avrebbe potuto scrivere un romanzo autobiografico ma non l’ha voluto fare.  Numerose sono le testimonianze di coloro che avendo vissuto con lui o semplicemente incontrato, hanno ricevuto qualcosa di bello e di profondo. Anche i medici, gli infermieri e i vari operatori sanitari dicevano di avere visto in lui una persona speciale che gli aveva trasmesso pace e gioia.

Gli ultimi mesi hanno visto tutti i fratelli e le sorelle della casa impegnati ad occuparci di Jorge. Lo abbiamo fatto con gioia e dedizione e Jorge ci ha ricompensato con la sua gioiosa testimonianza. Tutti siamo testimoni di avere visto agire nella sua vita la grazia trasformante  che lo ha preparato e ci ha preparati al suo passaggio al Cielo. Certo, non pensavamo che questo arrivasse così presto perché le condizioni di salute di Jorge erano migliorate e i fisioterapisti, vista la sua voglia di vivere, erano ottimisti che si sarebbe rimesso in piedi. Invece, era appena trascorsa l’ottava di Pasqua quando Jorge, la sera del giorno della Solennità dell’Annunciazione, quest’anno celebrata l’8 aprile,  si è ammalato improvvisamente di una febbre molto alta. Questo ha avuto delle gravi conseguenze sul suo apparato cardio-respiratorio che lo ha portato a concludere la sua esistenza terrena.

“Rallegratevi nel Signore sempre!” Fil 4,4

Tre giorni dopo i funerali di Jorge, ai Vespri di Resurrezione abbiamo ricevuto una Parola che ci ha commosso profondamente:

“Non vogliamo poi lasciarvi nell’ignoranza, fratelli, circa quelli che sono morti, perché non continuiate ad affliggervi come gli altri che non hanno speranza. Noi crediamo infatti che Gesù è morto e risuscitato; così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con lui. (…) Confortatevi dunque a vicenda con queste parole”. (1Ts 4,13-18)

Anche durante la missione di evangelizzazione che abbiamo fatto pochi giorni dopo la sua dipartita, abbiamo sentito la vicinanza di Jorge. Due piccoli segni ci hanno accompagnato. Uno è stato proprio all’inizio della missione. Entrando nella Chiesa c’era una bellissima statua della Vergine Maria con accanto Santa Teresina. In basso c’era la scritta “Dono del Signore” e la data 1933 che coincide con l’anno di nascita di Jorge!

Al termine della missione, durante il momento di preghiera della sera, il sacerdote ha ricevuto per noi Comunità delle Beatitudini una Parola che è la stessa che avevamo pensato essere la più appropriata allo stile di vita cristiana di Jorge: “Rallegratevi nel Signore sempre!” Fil 4,4

Il testamento spirituale di Jorge

Si tratta di un video messaggio che era stato realizzato il 10 ottobre 2023 all’ospedale, tre giorni dopo che Jorge era stato colpito dall’emorragia cerebrale. La cosa straordinaria è che dopo sei mesi esatti, il giorno della sua morte il 10 aprile 2024, il video messaggio è ritornato a noi rielaborato con parole e musica. In seguito abbiamo saputo che era stato realizzato dalla figlia di una coppia di ex comunitari. Nel momento in cui l’abbiamo pubblicato ha avuto diverse migliaia di visualizzazioni. In effetti il video messaggio sintetizza bene lo spirito con il quale Jorge ha vissuto la vita da cristiano esemplare, con quella gioia dell’attesa che gli deriva dalla fede in Cristo Gesù Figlio di Dio.

Questo è il link per accedere al video messaggio:

https://www.youtube.com/watch?v=jO2mbIl7WCE

Riportiamo la trascrizione del messaggio di Jorge:

Vi dò un piccolo consiglio che sempre mi ha aiutato. C’è gente che vive nell’attesa della felicità, e siccome non sanno cos’è la felicità, attendono tutta la vita. Noi invece dobbiamo vivere nella felicità dell’attesa perché sappiamo cosa attendiamo!  Allora ciao a tutti, vi voglio tanto bene.  Un bacio grande e sempre nella gioia!

Vostro fratello Jorge

Piccola biografia di Jorge Pedro Schneider a cura della figlia Maria Victoria

Jorge era la curiosità in persona. Amava appassionatamente la natura, le montagne, il camminare e il perdersi nei paesaggi e nella musica. Nato a Coronel Suarez in Argentina il 18 aprile 1933, Jorge è cresciuto nelle vaste pianure della Pampa, in Bahia Blanca, nella terza colonia tedesca di Santa Maria fondata nel 1887 da 26 famiglie tedesche del Volga (i Kamenka).  Ultimo dei figli, quando nacque aveva già dei fratelli sposati e una sorella monaca di clausura. Era molto affezionato a suo fratello Salvatore, il quale avendo una vena artistica dipinse vari murales che ancora oggi sono visitabili. Jorge amava molto lo strudel  e i dolci in genere. Quando prendeva un caffè, lo rendeva così dolce che sembrava bere una bevanda di zucchero con un po’ di caffè piuttosto che del caffè con un po’ di zucchero!

Jorge seminarista salesiano a sinistra con la madre, suo fratello Salvatore e la sua famiglia

Della sua infanzia Jorge raccontava spesso del suo affezionato cavallo che si abbassava per permettergli di montarlo per poi portarlo a scuola. Aveva dei ricordi sempre teneri del suo caro papà che morì quando Jorge aveva 12 anni. Da quel momento egli dovette entrare nella scuola salesiana come studente residente. Era sempre molto attivo nella sua Parrocchia. Serviva la Messa ed era anche sempre impegnato con la musica. Crescendo, continuò a studiare dai salesiani come seminarista. Per lui non era ancora chiaro come vivere la sua fede. Allora s’imbarcò letteralmente in una nave diretta verso  l’Europa. Viaggiò tre mesi prima di raggiungere l’Italia per poi recarsi nella città di Torino. Durante il lungo viaggio studiava a bordo della nave per prepararsi a superare gli esami di maturità. Cosi poté iniziare gli studi di Filosofia e Psicologia nell’Università Salesiana di Torino. Fu molto grato di abitare in questa bella città circondata dalle montagne che ha sempre amato. Una volta terminati gli studi rientrò in Argentina dove gli venne affidata una cattedra per l’insegnamento della metafisica presso l’Università cattolica di Buenos Aires. Spesso veniva invitato per tenere delle conferenze tematiche.

Dopo un’esperienza umanitaria in Bolivia presso gli indigeni, fece ritorno a Buenos Aires dove lavorò come psicologo consulente. Condusse anche un programma radiofonico dove le persone chiamavano per chiedere consigli al Dr Schneider. Scriveva anche in una rubrica di un giornale della Bolivia. Per un periodo si occupò anche di una casa per anziani.

Negli anni ’70 il professore Schneider conobbe Maria Ines che divenne la sua donna. Ebbero due figli gemelli, Maria Victoria e Pedro. Per lui sono stati un dono grandissimo, erano come le pupille dei suoi occhi.

Poi cambiò totalmente mestiere e per 16 anni si dedicò alla ceramica. E’ ancora vivo in me il ricordo di lui che lavora l’argilla attraverso gli stampi, e usando dei colori che sembravano magici perché una volta messi nel forno ad alte temperature (1950°c.) uscivano splendenti con tanti toni belli e brillanti. In quel periodo prima visse a San Carlos de Bariloche nelle Andes, poi a Carlos Paz (Cordoba)  poi in Rio de Janeiro (Brasile) per un anno, e da lì in Punta del Este nell’Uruguay per un altro anno. Infine, ci trasferimmo a  Balneario Camboriu, in Santa Catarina nel sud del Brasile. Ci piacque tanto questo luogo che ci trascorremmo la maggior parte della nostra infanzia.

Jorge con i suoi figli e la sorella religiosa

Jorge era sempre pieno di gioia, pronto a saper vedere i lati positivi di qualsiasi situazione. Ci insegnava canzoni e ci aiutava a “non affogare in un bicchiere d’acqua” quando io e mio fratello gemello eravamo presi dalle preoccupazioni, o a “non mettere il carro davanti i buoi”. Lui ci insegnava sempre tanto nel campo della filosofia, della storia e dell’arte, specialmente in temi ecclesiastici. Dal Brasile ci trasferimmo per un anno in Spagna, da lì trascorremmo un anno “ibrido” tra il Brasile e l’Argentina per poi finalmente venire in Italia, dove lui rimase fino alla fine. In Italia lui si dedicò molto a lavorare con persone disabili e ad aiutare alcuni pazienti con malattie gravi, accompagnando anche le loro famiglie. Pian piano sentiva sempre più forte il richiamo della Chiesa e il desiderio di approfondire la sua fede lo spinse a entrare nella Comunità delle Beatitudini, inizialmente a Roccantica (Rieti), poi a Marino (Roma) e infine a Noto in Sicilia. La Comunità diventò così la sua famiglia per oltre 24 anni e gli diede l’opportunità di condividere il suo cammino di fede e tutto quello che poteva offrire come servizi, trasmettendo sempre gioia e allegria a tutti coloro con i quali interagiva.

Maria Victoria Schneider

Scritto autobiografico di Jorge

Sono nato nell’estremo sud della pampa argentina, là dove finiscono le fertili praterie e si aprono le porte della Patagonia. Sarà perché i miei orizzonti furono sempre estesi, lontani ed infinitamente aperti che io sono vissuto in complicità con la natura. L’ho sempre considerata come un’amica di casa. Sono cresciuto senza paure telluriche e senza avvertire «l’altro» come limite, ma come espansione, compagno di avventura e fonte di ricchezza.

L’impellente curiosità di sapere (la verità si cerca con amore e con passione), mi portò lontano: dapprima in Europa per una formazione universitaria in Filosofia e Psicologia; poi, attraverso una cattedra universitaria, a Buenos Aires per suscitare in altri la meravigliosa curiosità del sapere. Successivamente mi portò tra gli indigeni Aimara, in Bolivia, per gustare l’estasi della convivenza con la natura, come giardino da custodire ed usufruire. Dopo la guerra del 1995, la mia curiosità di sapere mi portò in Bosnia, dove compresi che nell’uomo, quanto più limitata e miope è la sua cosmovisione, tanto più grande è la sua forza distruttrice. Mi recai poi in Bolivia ed Argentina per “cursillos” d’informazione esistenziale e finalmente ancora in Europa per continuare a testimoniare che ogni ostacolo, ogni lotta, ogni difficoltà, anche se ha il sapore del disagio, è sempre un’opportunità per assicurarsi una vittoria, è un valore positivo, come lo è l’allenamento per l’atleta; è motivo di gioia che ha fatto dire a qualcuno: «sono pervaso di gioia in ogni mia tribolazione…» (Cf 2 Cor 1,3-5) e costui non era un pazzo.

Jorge Pedro Schneider

Tratto dalla prefazione del suo libro “Ragionare è ottimo, ascoltare è sublime”, Roma, Editoriale italiana 2000, p.5.

Raccolta di testimonianze su Jorge

 

Testimonianza di sr Gemma

Nel pensare al passaggio del nostro amato fratello Jorge alla Vita eterna, mi è caro condividere come ciò sia avvenuto. Egli, in quella settimana, da lunedì pomeriggio era entrato  in modo improvviso in una fase di peggioramento del suo stato di salute. Mercoledì mattina, fra Giuseppe Maria, dopo la notte nella quale lo aveva vegliato, ci aveva detto che, secondo lui era questione di poco. Allora siamo andati da lui nella sua stanza, tutti i fratelli e le sorelle presenti in casa. P. Jan gli ha amministrato l’Unzione degli infermi.  Jorge era incosciente e respirava con grande fatica. Abbiamo pregato, abbiamo cantato un canto alla Vergine Maria. Nei nostri cuori, la dolcezza e la struggente certezza che stava per partire per il grande viaggio, anche se in quelle condizioni poteva durare ancora per un tempo imprecisato. Finito il tempo della preghiera, Jan e Giuseppe sono rimasti ancora nella camera con Jorge. Gli altri siamo usciti. Sono trascorsi pochi minuti, quattro o cinque, quando Jan ci ha richiamato. Jorge era partito per il Cielo tra le mani di due fratelli sacerdoti, condotto e accolto dalla Vergine Madre, da lui teneramente amata e pregata.

Nel preparare i suoi funerali, l’agenzia delle pompe funebri alla quale ci eravamo rivolti ci aveva chiesto in quale loculo seppellirlo al cimitero. Infatti ci aveva spiegato che in quel momento non c’erano loculi nuovi disponibili  e che comunque avrebbero  cercato se c’era qualche privato disponibile a venderlo. In effetti, grazie ad un amico sacerdote, una signora si era resa disponibile a venderci  un loculo di sua proprietà, a metà del prezzo medio. Poi una soluzione inattesa e impensabile per noi! Il nostro Vescovo che aveva saputo della morte di Jorge (era venuto a visitarlo e a pregare accanto alla sua salma) ha offerto un loculo nella cappella dei sacerdoti della Diocesi. Per cui la Divina Provvidenza si è occupata personalmente di noi e la Mamma ha trovato la soluzione giusta per il suo figlio. E così Jorge che ha vissuto l’ultima grossa fetta della sua vita in Comunità, riposa con i sacerdoti della Chiesa di Noto.

Festa dei 90 anni di Jorge nell’aprile 2023

Testimonianza di fra Giuseppe Maria

Ho avuto la gioia di vivere con Jorge per circa otto anni nel Foyer di Noto e di accompagnarlo nella sua Pasqua eterna. Ci sarebbero tante cose da dire e da testimoniare su di lui ma vorrei condividerne una in particolare a partire dal Vangelo: “Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te”. (Mt 11,25-26)

Queste parole di Gesù le ho viste realizzare nella vita di Jorge. Pur essendo una persona molto colta, egli non faceva pesare agli altri il suo sapere ma se ne serviva soltanto per far crescere gli altri. Inoltre si presentava come bisognoso di imparare ancora.

Credo che Jorge abbia accolto seriamente l’invito di Gesù a farsi piccolo per il Regno. Egli ha infatti accettato positivamente di fare un cammino di “impoverimento” graduale. E questo è iniziato soprattutto a Noto. Lui stesso aveva già chiesto di non guidare più l’automobile. Poi, la perdita parziale dell’udito gli aveva impedito di fare la cosa che lui amava tanto: cantare con la Comunità. A causa del diabete non poteva più mangiare i dolci. Tante piccole mortificazioni lo hanno portato a prendere coscienza che doveva rinunciare a diverse cose.

Forse il momento di impoverimento più grande l’ha vissuto negli ultimi sei mesi che lo hanno costretto allettato in seguito ad una emorragia celebrale. Dopo aver “lottato” con il Signore i primi giorni in ospedale è subito entrato in un atteggiamento di totale abbandono. Non l’abbiamo mai più sentito lamentare e quando gli si chiedeva come stava lui rispondeva  con un grande sorriso sulle labbra: “bene!”. Il suo volto era pacificato anche nella sofferenza. Un giorno si trovava a soffrire a causa del catetere otturato. Nell’attesa che arrivasse il medico, ha girato il capo verso di noi e ha detto: “voglio reagire con il sorriso!”. E così ha fatto! Per lui ogni occasione era buona per esercitarsi a mettere in pratica tutto quello che aveva appreso dal Vangelo e dai santi. Ha accettato con molta umiltà il fatto di dover dipendere dagli altri. E’ diventato piccolo piccolo come un bambino rannicchiato nel seno materno per poi rinascere in Cielo!

 

Testimonianza di suor Marta Robin

Ringrazio il Signore per avermi permesso di vivere un tratto del cammino della vita con Jorge. In Comunità, quest’uomo di grande cultura ma mai saccente, notevolmente più anziano di tutti noi, era sempre in piedi, pronto a servire, sempre sorridente e accogliente.

Ringrazio il Signore soprattutto per la sua testimonianza di vita e di fede. Una vita radicata nella realtà, nell’essenzialità delle cose che contano. Una vita entusiasta per la vita stessa così come il Signore la dona, istante dopo istante. Una vita coraggiosa e gentile, stabile nelle sue certezze incrollabili. Queste certezze diventano in Jorge testimonianza di fede: fede viva e vivente nel Creatore e Signore dell’Universo, fede gioiosa, semplice e genuina nella tenerezza e misericordia di Dio. Una fede, insomma, capace di farsi carità e di donare speranza ogniqualvolta, in Comunità, tutto andava storto ai miei occhi, e trovavo e ritrovavo pace e speranza nello stare con lui mezz’oretta per dargli da mangiare quando ormai non poteva più uscire dalla sua camera.

Ringrazio il Signore per avermi insegnato, attraverso di lui, che c’è sempre una ragione per sorridere, fosse solo per la gioia di incontrare l’altro; c’è un entusiasmo nel vivere e nell’amare la vita che nemmeno la morte fisica può spegnere.

Grazie Jorge perché sapevi sempre da dove venivi e dove andavi! Adesso ti penso e ti vedo sorridente ed esultante a cantare le lodi di Dio nella tua tanto desiderata “Armonia del Cielo”.

Rimangono e rimarranno nel mio cuore e nei miei pensieri le tue parole molto frequenti: “Un giorno sfonderò l’orizzonte e diventerò Luce!”. Ecco, Jorge, ci siamo! Adesso ti tiene per mano la tua (e nostra) dolce Mamma del Cielo!

Testimonianza di sr Rosa Miriam

Ringrazio il Signore per il dono e la presenza di Giorgio in mezzo a noi. Sono rimasta molto colpita nel vedere come soprattutto in questi ultimi mesi Giorgio si è lasciato plasmare dalla Grazia del Signore. Quando le sofferenze fisiche si facevano più presenti in lui, mi edificava molto vederlo pieno di vitalità. Era una gioia, e non un peso, andarlo a trovare nella sua camera per portargli il pranzo o la cena.  Come un tenero bambino si lasciava imboccare senza mai lamentarsi. Mi sentivo ripagata perché sempre mi accoglieva con un sorriso e una parola di gratitudine.  Anche se fisicamente non era più presente alla vita comunitaria, lo era con il cuore e la preghiera; attento a tutto ciò che si viveva nella casa: tante volte ho potuto affidargli delle intenzioni di preghiera a cui corrispondeva con gioia.

Durante gli ultimi giorni della sua vita, con molto dispiacere, non mi trovavo in Comunità per cui non sono stata presente al momento della sua morte, ma ho chiesto al Signore di riuscire almeno a salutarlo per l’ultima volta, prima della chiusura della bara. Sono arrivata in tempo e ho notato come il suo volto era molto pacificato e quasi sorridente. La Vergine, la Mamma del Cielo, come soleva chiamarla lo aveva accolto con lei in Paradiso!

 

Testimonianza dei figli di Jorge, Maria Vittoria e Pedro

Una delle cose più belle di mio padre- tra le tante – erano i suoi abbracci e la capacità che aveva di saper vedere sempre il bello, la sua positività. Ringrazio di cuore tutti voi, tutta la Comunità che siete stati la sua famiglia per scelta e lo avete accompagnato sempre. Anche i gattini…. e ovviamente la vostra fede, in un ambiente dove lui si sentiva compreso e dove sentiva che poteva dare il suo contributo anche con il dono del canto. Penserò (impossibile non farlo!) a lui e a tutti vuoi, suoi compagni di fede che per lui era vitale. Anche se io ho i miei dubbi e non seguo le stesse tracce, sento che lui c’è e sempre ci sarà! (Maria Vittoria)

Più che scrivere, vorrei semplicemente trasmettere il concetto di un uomo giusto che muore sereno e accetta la vita che gli è stata donata. Jorge è stato una bella persona e il modo in cui ha accettato la sua morte manifesta tutta una vita votata all’amore e alla GIOIA. (Pedro)

 

Jorge ha saputo raggiungere tutti: piccoli e grandi! 

Un grande uomo, un fratello, un amico, un nonno. Una persona che con il suo Amore per Maria, la sua umanità, la sua capacità di ascolto, la sua saggezza, la sua umiltà… ha saputo raggiungere tutti, piccoli e grandi! Vi riportiamo di seguito le parole di alcuni bambini che lo hanno voluto bene come un nonno. (sr Rosanta di Gesù)

Testimonianze dei bambini

Jorge è “splendente” (Samuele)

Jorge adesso è “trasparente” (Elia)

Per me Jorge era una specie di nonno che mi voleva tanto bene e quando è andato al cielo ero da un lato un po’ triste ma dall’altro felice perché lui parlava sempre della Mamma (Maria) quindi ero felice per lui non perché se n’era andato ma come vi ho detto prima perché lui finalmente era, anzi no, è dalla Mamma e da Gesù. (Marta)

Nonno Jorge mi faceva sentire vicina la madonnina, come diceva lui la Mamma Celeste. (Agnese)

Io mi sono molto dispiaciuto! È stato il mio nonnino e mi piaceva ascoltarlo con quel suo sorriso Gigante che mi dava gioia infinita. (Emanuele)

“Nonno Jorge è mio non ditemi cose brutte”. Sono le prime cose che la piccola Letizia ha detto riguardo a Jorge subito dopo aver appreso del suo decesso – dice sua madre. Poi lo voleva seguire in Paradiso:  “mamma fammelo seguire! (…) Nonno Jorge per me è splendente! (Letizia e sua mamma)

L’ultima volta che ci siamo visti, Jorge si è emozionato e ci siamo abbracciati. (Francesco)

Michele quando ha saputo che era morto Jorge ha detto subito: “è in Cielo!” E mi ha abbracciato forte forte! (La mamma di Michele)

 

 

Testimonianza di Teresa e Luca

Per quanto mi riguarda, Jorge oltre ad essere  un fratello comunitario è stato, ed è ancora una guida per me. I dialoghi e i confronti avuti con lui sulla filosofia  e sulla psicologia hanno  aperto nuove prospettive alla mia professione aiutandomi  a trovare una certa identità nella mia costante ricerca di senso e d’integrazione tra la Fede e la psicologia. Ricordo ancora quando condividendo con lui dubbi e considerazioni su questo tema, lui mi disse: ” mi piaci come pensi, non ti fermare perché sei sulla strada giusta”. Da lì ho capito che il travaglio interiore e la scissione  che vivevo potevano essere dissolte e le mie intuizioni erano valide. Ho sempre  tenuto in grande considerazione il suo pensiero perché era chiaro che era sempre guidato da Dio. Sono profondamente grata a Dio per tutto questo, per averlo conosciuto  e aver avuto  la Grazia di camminare un pezzetto di strada con lui. So che continua a guidarmi da Cielo! (Teresa)

Jorge ci ha lasciato la testimonianza di un uomo credente, amante della vita, umile, devoto della Madre Celeste (Luca)

Testimonianza di Ludovica

Ho conosciuto Jorge esattamente il 17 agosto del 1999. Per un fratello così ci sarebbe tanto, troppo da dire. E’ stato per me un secondo padre ed il suo esempio e le sue parole mi hanno cresciuta pur non accorgendomi di quanto ricevessi.

La prima cosa che lo ha elevato a ruolo paterno: un grande amore che andasse al di là di ogni difficoltà. Un amore che ho potuto osservare non solamente nei miei confronti. Sapeva interessarsi e preoccuparsi di tutti e dare a ciascuno personalmente. Sempre attento, pronto ad ascoltare e a dare importanza sincera ad ognuno. Si sapeva che per lui eri importante, che teneva veramente al bene dell’altro e, mi ripeto, di ciascuno personalmente. Questo l’ha portato a saper mantenere i rapporti con i tanti che sono passati in Comunità anche a distanza e pur non riuscendo a sentirsi spesso c’era la consapevolezza della sua paterna presenza.

Un fratello con grandi spessore e profondità. Quando faceva le catechesi aveva difficoltà a seguire un tema ma  la sua mente volava estatica tra le sue riflessioni e con lui tutti si volava. Era impossibile prendere appunti per poter riflettere ma tra le sue parole uscivano perle che erano come dei semini che in tutti questi anni sono diventati parte di me, un modo di pensare, parte del mio stile di vita.

Quante di queste perle! Impossibile raccontarle tutte… ne condivido 4:

  1. La ricerca della Verità. Vivere di fede non significa rinunciare a comprendere. Gesù è la Verità, conoscere la Verità significa conoscere sempre meglio Gesù stesso ed imparare piano piano a dare ragione della propria fede. L’importante è non subordinare la fede alla sua comprensione. Questo mi ha permesso nel corso degli anni di conoscere sempre di più la mia fede ma soprattutto Gesù e questo è un dono unico.
  2. Lui parlava con Gesù e Maria come se fossero degli amici. Era edificante ascoltare le sue preghiere non solamente per il contenuto ma per il modo di dialogare con loro. Questo perché Lui diceva che era sempre in loro compagnia e non si sentiva mai solo. Piano piano anch’io sebbene non costantemente come lui, sto imparando a vivere insieme a loro e a fare tutto con loro.
  3. Di questo rapporto particolarmente edificante era il rapporto con Maria che Jorge chiamava la Mamma. Ora anche per me Maria è la Mamma, non Madre, non Madonna (sicuramente anche questo) ma Mamma e quando la chiamo automaticamente la chiamo la Mamma.
  4. La gioia. Il suo testamento. Vivere sempre nella gioia ma quello che mi porto nel cuore è la sua espressione di questa gioia: il suo costante sorriso ed il suo entusiasmo che comunicava dal primo momento in cui lo salutavi. Aveva il servizio di andare a prendere le persone che arrivavano in Comunità ma il suo più grande servizio era far sperimentare questa prima accoglienza in un clima di gioia. Nessuno più di lui mi ha dato l’esempio della Perfetta Letizia, vissuta fino all’ultimo anche durante la sua sofferenza… un esempio vivente, un uomo che sapeva parlare ma mostrava con la vita ciò che diceva.

Quando l’abbiamo visto ha detto a Gigi che aveva passato un brutto momento ma poi aveva capito e disse: “Alla fine squarcerò le tenebre e diventerò Luce”. Il Vangelo di oggi diceva: “chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio”. Dopo la Messa ho pregato la Mamma. Finora le chiedevo di darci la possibilità di rivederlo ma oggi esprimendole di nuovo questo desiderio, le ho detto che l’importante era il bene di Giorgio e che non soffrisse e che se il suo bene era andare, doveva venire lei a prenderlo. Dopo è arrivato il messaggio della sua dipartita. Io sono sicura che lo ha preso Lei e l’ha portato incontro alla luce.

Il giorno del funerale quando mi sono girata ho trovato accanto alla bara l’addobbo pasquale del sepolcro vuoto e mi sono venute in mente le parole: “Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è più qui”

Sono sicura che continuerà a fare bene a tutti e ad essere ancora più luce di prima.

Ludovica

Testimonianza di Anna e Pasquale

Grande testimone della fede, uomo di larghe vedute capace di saper dialogare con i semplici e con i dotti… Con tutti… Umile, affettuoso, attento al bisogno di chiunque incontrava, uomo di grande preghiera… Ha saputo mettere a disposizione di tutti le sue grandi conoscenze culturali e teologiche… Unico.. ..per me è già santo! Questa mattina in adorazione lo sentivo accanto… Lì in ginocchio come era abituato a fare sempre… Sorridente davanti al trono dell’Altissimo. Grazie!

Anna e Pasquale

Testimonianza di Mons. Angelo Giurdanella Vescovo della Diocesi di Mazara del Vallo

Occhi brillanti, volto luminoso, parola gentile, cuore credente. Ha avuto la grazia di vivere a lungo, di non annoiarsi, è stato accompagnato da un senso di curiosità, ha fatto fiorire il deserto. A vivere si impara sempre, ha vissuto dando un senso, ponendo domande anche senza risposte, si è messo in discussione, ha cercato e incontrato  Dio, Dio Amore, Dio l’Abbà di Gesù, Gesù il figlio di Maria di Nazareth. Un Dio che ama con viscere materne e riversa il suo amore su tutti in “misura pigiata, scossa e traboccante”. Questo amore ci è arrivato anche grazie al fratello Giorgio della famiglia delle Beatitudini. Ha cercato la perfezione in tutto…

Messaggio di Jorge a Salvuccia (12 novembre 2022)

“Chissà per quale motivo ogni volta che guardo il cielo, guardo allo stesso angolo e in quell’angolo appare una stella purissima. Una bellissima stella! Sarà vero, sarà falso? Sarà delirio, sarà inganno? Non lo so! Ma nel cielo c’è una stella che mi guarda!”

 Carissima Salvuccia, ho voluto dire questi versetti perché mi hanno accompagnato tutta la vita. Guardavo il cielo e anche se nella pratica non era così, io vedevo la mia stella sorridermi e illuminarmi.

Che la stella di “Mamma” ti illumini e ti sorridi sempre!”

Jorge

Manuscritto di Jorge ritrovato dalla sua amica Dina il giorno dopo la sua dipartita

La goccia d’acqua quando cade nel mare “sparisce…”. Ma l’acqua della goccia non sparisce, si unisce al mare e diventa oceano.

Io, quando muoio, sono goccia che sparisce, ma lo spirito non sparisce, ma diventa “uno” con Gesù, senza perdere la mia identità.

Jorge

P. Giuseppe Maria

Entrato nella Comunità delle Beatitudini nel 2005, fr Giuseppe Maria è stato ordinato sacerdote nel 2017. Attualmente è Coordinatore nella Casa della Comunità di Noto.

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