«La Comunità riconosce nella preghiera contemplativa la propria grazia principale» Livre de Vie, n° 60
Quante promesse in quest’affermazione!
Una grazia
Parlare di grazia significa parlare di dono gratuito di Dio, che ognuno di noi riceve semplicemente in virtù dell’appartenenza comunitaria. Una grazia da accogliere ogni giorno senza alcun merito da parte nostra. «Fatti capacità e io mi farò torrente», disse Cristo a Santa Caterina da Siena. Questo dono non dipende da noi ed è irrevocabile (cfr. Rm 11, 29). Ma affinché questa grazia porti frutto occorre che noi l’accogliamo continuamente con fede, umiltà, riconoscenza e determinazione: in una parola, con amore…
Rileviamo che l’affermazione del nostro Livre de Vie si spinge molto lontano … Non si tratta infatti di una grazia fra altre, ma della nostra grazia principale, ossia della grazia-fonte: quella da cui tutto deriva, quella a cui dobbiamo continuamente ritornare per immergervi tutto ciò che siamo, tutto ciò che viviamo, tutto ciò che intraprendiamo e finanche i nostri desideri apostolici più ferventi. Questo significa anche che la preghiera contemplativa vissuta è ciò che abbiamo di più prezioso da comunicare agli altri e che la nostra Comunità ha una grazia particolare, capace di invogliare le persone alla preghiera profonda.
Teresa d’Ávila afferma «che la porta per cui mi vennero tante grazie fu soltanto l’orazione: essa chiusa, non saprei in che altro modo poterle avere. Se Dio vuole entrare in un’anima per prendervi le sue delizie e ricolmarla di beni, non ha altra via che questa […].» (Vita VIII, 9)
Attingere alla sorgente e lasciare che questa sorgente irrighi tutta la nostra esistenza: questo è il regalo che Dio continua a proporci e che possiamo offrirgli: «Tu amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutte le forze.» (Dt 6, 5)
Un combattimento
I combattimenti che dobbiamo sostenere per perseverare nella preghiera non sono di poco conto. Sono proporzionati al dono offerto e alle sue implicazioni. In questa sede ne segnaliamo due frequenti:
– Il combattimento del tempo dedicato alla preghiera. «Per perseverare nella preghiera occorre quindi essere convinti (smascherando certi sensi di colpa basati su una falsa concezione della carità) che il tempo dato a Dio non è mai tempo tolto agli altri, tolto a quelli che hanno bisogno del nostro amore e della nostra presenza. Anzi è proprio la fedeltà a essere presenti a Dio che garantisce la nostra capacità di essere presenti agli altri e ad amarli in verità. L’esperienza lo dimostra: è nelle anime dedite alla preghiera contemplativa che si riscontra l’amore più attento, più delicato, più disinteressato, più sensibile alla sofferenza altrui, più portato a consolare e a confortare. La preghiera contemplativa ci renderà migliori e i nostri cari non avranno modo di lamentarsene!» (P. Jacques Philippe, Tempo per Dio)
Occorre affermare con decisione che una preghiera contemplativa vissuta con perseveranza produce enormi frutti nelle nostre vite. Lo testimonia la vita dei santi. I nostri apostolati, le nostre missioni saranno molto più fecondi se affonderanno le loro radici in una preghiera contemplativa vissuta con assiduità, poiché come afferma Madre Teresa: «Più riceveremo nel silenzio della preghiera e più ci doneremo nella vita attiva.»
– Il combattimento della fedeltà nell’amicizia, nell’amore, perché la preghiera contemplativa è una questione di amicizia. «Non è difficile dire “ti amo”. La difficoltà sopraggiunge quando si dice: “per sempre”, e soprattutto quando si tratterà di metterlo in pratica. Poiché “sempre” dura molto a lungo (…) Per amare sempre uno stesso oggetto occorre una sorgente in fondo all’anima. Occorre sia la forza di ricordarsi sia la forza di creare. Occorre inventare ogni giorno ciò che deve durare sempre. Amare può essere a volte una debolezza; ma perseverare nell’amore o nell’amicizia è sempre una generosità, una vittoria.» (P. Jérôme, Possibilités et mélodies)
Une decisione
Non lasciamoci spaventare o scoraggiare dalle nostre difficoltà nei confronti della preghiera e della fedeltà a ciò che abbiamo promesso al Signore… Non perdiamo di vista la bellezza della chiamata ricevuta e rinnoviamo, se del caso, la nostra risposta alla grazia divina, affinché si realizzi nelle nostre vite quanto afferma il nostro Livre de Vie: «La preghiera contemplativa, puro dialogo d’amore, occupa così un posto essenziale nella nostra vita, poiché è la strada maestra che ci conduce alla conoscenza di Colui che è totalmente Amore. » (n°57)
«La fiacchezza e la preghiera contemplativa non sono compatibili», ci dice Santa Teresa d’Ávila, che nei suoi scritti continua ad insistere sulla necessità di avere in questo ambito «una grande e alquanto determinata determinazione.» Ma non inganniamoci: la Madre non raccomanda un qualsivoglia volontarismo, ma ci invita semplicemente a rivolgere il nostro sguardo e orientare il nostro impegno d’amore dove è opportuno e a investirvi tutta la nostra buona volontà, indipendentemente dagli ostacoli incontrati. «Il motivo per cui tanto insisto su questo punto è quello (…) di far conoscere il gran bene che il Signore fa a un’anima quando la dispone ad applicarsi con buona volontà all’orazione. Anche se non vi porta tutte le disposizioni necessarie, purché vi perseveri con coraggio, nonostante le tentazioni, i peccati e ogni sorta di ricadute in cui la precipiti il demonio, tenga per certo che Dio la condurrà al porto della salvezza, come mi pare abbia condotto pur me.» (Vita VIII, 4)
Torniamo quindi continuamente al cuore della questione, ossia quella di un amore che si offre a noi e desidera essere accolto. E ricordiamoci «che non vi è impresa o sacrificio compiuto per l’amato, ma lontano da lui, che valgano la semplice presenza amante». (P. Jérôme)
Teresa d’Ávila insiste anche sul fatto che un’anima che desidera perseverare nella via della preghiera contemplativa non saprebbe arrivarci da sola. Oltre alla necessità di un accompagnamento spirituale, la Madre rileva il beneficio della compagnia di altre anime dedite alla preghiera contemplativa (cfr. Vie VII, 20). Ovviamente la fedeltà nella preghiera contemplativa dipende prima di tutto da una decisione e da una risposta personale a quel «Mi ami tu?» che il Signore continua a mormorare ai nostri cuori… ma possiamo anche -e quanto! – aiutarci a vicenda in questo ambito…
Per concludere lasciamo risuonare nei nostri cuori queste parole di Gesù: «senza di me non potete far nulla. (…) Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamati amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi. Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga» (Gv 15, 5.15-16)
La Citazione:
«La preghiera sta alla nostra anima come la pioggia alla terra.» Saint Curé d’Ars
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