Vita di Preghiera: “La Preghiera del Cuore” (n°13)

Introduzione

La preghiera del cuore, o «preghiera continua», affonda le sue radici nell’invito di San Paolo ai cristiani di Tessalonica: «pregate incessantemente!» (1 Ts 5, 17)

Quando evochiamo la preghiera del cuore, pensiamo spontaneamente alla preghiera dei monaci, ma anche ai Racconti di un pellegrino russo e alla preghiera di Gesù. Più di quarant’anni fa molti cristiani d’Occidente (fra cui la nostra Comunità) scoprirono con stupore la tradizione ortodossa: le icone, la liturgia bizantina, alcuni famosi santi dell’Ortodossia come il nostro padre San Serafino di Sarov e ovviamente la Piccola filocalia della preghiera del cuore.

La preghiera dello Spirito Santo nel nostro cuore

Si identifica spesso la preghiera del cuore con la «preghiera di Gesù» (o a Gesù), poiché è Lui ad essere sollecitato attraverso questa breve invocazione «Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore», spesso ritmata sulla respirazione. Occorre forse riconoscere che la preghiera del cuore è più ampia nel tempo e nello spazio di quest’ultima? Sicuramente, la preghiera continua non si identifica a una formula unica, perché può assumere forme estremamente diverse. Queste possono declinarsi sulla formula tradizionale, citata sopra, ma possono anche concentrarsi su una sola parola, quella di «Gesù» o di «Abba». Altri possono anche utilizzare la parola «Ruah» (Spirito), che agisce come un’epiclesi interiore nell’invocazione dello Spirito nei nostri cuori. Ovviamente queste formule ricevute a volte in modo molto personale nella preghiera devono essere sottoposte e confermate dal Padre spirituale. Un fratello converso molto semplice giunse alla preghiera continua mediante la semplice invocazione: «Gesù, Maria, Giuseppe». Infine, la preghiera continua non è forse quella dello Spirito Santo in noi?

Il metodo, una via per unirsi a Dio

Per quanto ispirato, un metodo non è mai fine a sé stesso. È un cammino come tanti altri, con lo scopo di condurre all’unione con Dio.

Oltre a questa ricerca e a questa azione di Dio, il metodo non ha forse anche lo scopo di dominare i pensieri? In altre parole, come semplificare e canalizzare questa perpetua agitazione interiore per riorientarla verso Dio? Una breve invocazione (recitata da sola) può quindi essere un sostegno e una difesa contro l’interferenza di effervescenti pensieri interiori.

Ogni parola di questa formula ha la sua importanza per entrare progressivamente in questa comunione divina e «rendercene prigionieri». Possiamo capire che per numerose persone spirituali («animate dal Soffio») la preghiera era diventata naturale come il respiro, in tutta la loro vita, nelle loro attività più umili, così come durante il sonno. Come lo esprime il Cantico dei cantici: «Io dormo, ma il mio cuore veglia.» (Ct 5, 2).

La filocalia o la chiamata alla bellezza

Che cosa significa il termine «filocalia»?

In greco indica l’amore per la bellezza, che si confonde con il Bene (Kalos). Questa bellezza spirituale è quella di Dio, che desidera cesellarla nei nostri cuori per il tramite dello Spirito Santo. È

anche quella della grazia battesimale che cresce verso la piena vocazione. Siamo fatti per la bellezza divina, poiché Dio è infinitamente bello. Dato che siamo diventati «teofori» («portatori di Dio») Dio non può non lavorarci intensamente attraverso lo Spirito Santo!

Oltre che pedagogica (aspetto tecnico) per combattere contro i pensieri, la preghiera continua è innanzitutto una professione di fede teologica e anche trinitaria.

È il caso della formula: «Signore Gesù, Figlio di Dio, abbi pietà di me (peccatore)». Secondo una spiegazione dei Padri: il «Signore» fa riferimento allo Spirito Santo senza il quale non possiamo dire: «Gesù è il Signore»; «Gesù» si riferisce al Salvatore; «Figlio di Dio» si collega al Padre.

L’implorazione «Abbi pietà di me, peccatore» è quella del pubblicano giustificato dal Signore nel Vangelo secondo San Luca (cfr. Lc 18). La preghiera di ciascuno è fatta di regolarità e di fedeltà, attraverso le prove e, diciamolo, lo sforzo. In effetti il tempo della crescita passa attraverso una pratica umile e paziente.

Non bisogna scoraggiarsi, ma perseverare come la povera vedova del Vangelo.

Conclusione

Certamente la preghiera è un lavoro impegnativo, non è magica! È l’opera di Dio in noi, con il contributo dei nostri due oggettini. Il rosario (sciotki) è, potremmo dire, la navetta per tessere la preghiera. Chi non lo portava all’inizio della Comunità?

La ripetizione del Nome (o della breve preghiera) raccoglie il nostro cuore, chiude la porta ai pensieri «mondani» e alle distrazioni e ci introduce alla Presenza.

Possa lo Spirito Santo guidare i nostri cuori verso una preghiera sempre più semplice e profonda…

 

La citazione

«La preghiera del cuore consiste semplicemente nel trovare quell’atteggiamento grazie al quale il Padre stesso può santificare il proprio Nome in me.» Un Certosino

 

Per approfondire

Soltanto per oggi

C’è una parola o una formula che mi aiutano a scendere nel mio cuore per raggiungere la presenza del Signore?

Libri

  • Piccola filocalia della Preghiera del Cuore, Edizioni Paoline
  • Racconti di un pellegrino russo, Città Nuova
  • La teologia mistica della Chiesa d’Oriente. La visione di Dio. Vladimir Lossky, EDB
  • La prière du coeur, Olivier Clément et Jacques Serr, Spiritualité orientale n°6.
  • La prière de Jésus, un moine de l’Église d’Orient, Éditions de Chevetogne

 

Il “Libro di Vita” è il testo fondante della spiritualità della Comunità. Puoi scaricarlo in francese qui oppure ordinarlo da Editions des Béatitudes. Il testo in italiano sarà disponibile prossimamente.

A proposito dell’hêsychia

Il termine «esicasmo» viene dal greco «hêsychia» che significa «silenzio, riposo», tranquillità e immobilità in Dio. La preghiera del cuore è più ampia della preghiera esicasta. Si parla di questa preghiera esicasta soprattutto nel mondo bizantino a partire dal XIII secolo. Questa corrente monastica è uscita dall’ombra a causa della disputa esicasta del XIV secolo fra San Gregorio Palamas e Barlaam Calabro. Si sviluppa sul Monte Athos, nel deserto del Sinai, nel monastero di Santa Caterina, poi nel XVIII secolo nei monasteri russi, slavi e rumeni. La raccolta della «Filocalia» dà comunque la parola e ci fa entrare nell’esperienza dei monaci a partire dai primi secoli dell’era cristiana con Sant’Antonio d’Egitto fino ai compilatori greci dell’inizio del XIX secolo, che hanno riunito questo tesoro variegato.

Oraison

Ces articles sur la vie d'oraison sont extraits du bulletin mensuel "Il est là !" publié à l'usage des membres de la Communauté des Béatitudes et de leurs amis. Il est rédigé par un collectif de laïcs, prêtres, frères et sœurs consacrés, membres de la Communauté, avec le désir de stimuler la vie de prière, essentielle à la vocation aux Béatitudes comme à toute vie chrétienne authentique... C'est pourquoi nous sommes heureux de vous partager ces contenus simples.

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